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mercoledì 26 dicembre 2012

RISCHIO SANITARIO AMBIENTALE: COME ANALIZZARLO, CASO PER CASO, PER BONIFICARE

In Italia i siti contaminati sono rappresentati per la stragrande maggioranza da impianti industriali, in attività o dismessi, discariche e punti vendita carburanti. Quindi, in questi casi, i lavoratori e/o i residenti sono potenzialmente a rischio per esposizione (inalazione, ingestione e/o contatto dermico) ad agenti chimici pericolosi presenti nel suolo insaturo o nelle acque di falda su cui insistono tali attività.
La Banca Dati "ISS-INAIL" per l’Analisi di Rischio sanitario ambientale è stata elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL).
L'importanza e l'utilità di questa banca dati consiste nel rendere uniformi a livello nazionale i valori dei parametri caratteristici di tali sostanze, necessari per l'applicazione della procedura di analisi di rischio. Questo strumento ha, quindi, permesso di superare il problema legato alla mancata uniformità delle banche dati implementate nei software comunemente utilizzati a livello nazionale, che spesso contengono valori dei parametri chimico-fisici e tossicologici molto diversi tra di loro. Inoltre, la sua precedente versione conteneva delle incongruenze relative alla classificazione di cancerogenicità delle sostanze che, con la presente edizione, si ritengono superate.
VAI AL SITO INAIL PER L'ARTICOLO:
http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_SALASTAMPA&nextPage=Prodotti/News/2012/Ricerca_e_tecnologie_della_sicurezza/info-1225589329.jsp
E A QUELLO DELL'ISS PER LA BANCA DATI COMPLETA:
http://www.iss.it/iasa/?lang=1&tipo=40

lunedì 24 dicembre 2012

NUOVA TASSA RIFIUTI (TARES): ALTRI 80 EURO IN PIU' A FAMIGLIA!

La Tares, tassa sui rifiuti e sui servizi, prenderà il posto della Tarsu e della Tia. E costerà di più alle famiglie.
La Tares finirà per pesare più dell’Imu già versata sulla prima casa: la famiglia “media” che abita nella casa “media” ha pagato 275 euro di Imu, ma ne verserà 305 di Tares, quando la Tarsu si fermava a 225 euro.
Perché questo aumento (dicono, ma voi ci credete?) ? "Perché le risorse acquisite grazie alla Tares dovranno far fronte a due esigenze che prima non erano previste nella tassa sui rifiuti: coprire al cento per cento il costo del servizio per le utenze domestiche sostenuto dai Comuni – quando oggi in media la copertura è del 79%, il resto finisce nel bilancio – e finanziare il costo dei “servizi indivisibili” forniti dal sindaco, una serie di voci che va dall’illuminazione pubblica, alla manutenzione delle strade, polizia locale, verde. Un indispensabile “extra” che le giunte copriranno imponendo ai cittadini una sovratassa di 30 centesimi al metro quadro (che potrà arrivare, giunte volendo, a 40 centesimi)".
La TARES è dovuta “da chiunque possieda, occupi e detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani”. Non solo i proprietari di casa,quindi, ma anche negozi, uffici, capannoni. Verrà calcolerà in base ai metri quadri (l’80% della superficie catastale) senza tener conto del numero di componenti del nucleo.
Per le attività commerciali l’aggravio medio raggiungerà la quota record del 293 per cento.
Ah, che bel 2013 ci aspetta!

lunedì 17 dicembre 2012

ANCHE L'AVVISO BONARIO SI PUO' IMPUGNARE

Sentenza della Corte di Cassazione n.18.642 del 30/10/2012:“in tema di contenzioso tributario, devono ritenersi impugnabili gli avvisi bonari con cui l’Amministrazione chiede il pagamento di un tributo in quanto essi (… )ove non contestati (…) esplicitano comunque le ragioni fattuali e giuridiche di una ben determinata pretesa tributaria, ingenerando così nel contribuente l’interesse a chiarire subito la sua posizione(...)”
Quindi: il sollecito di pagamento e/o l’avviso bonario possono essere impugnati dal contribuente anche se ciò non è previsto espressamente dalla legge.
Il contribuente ha ora la possibilità di adire l’autorità giudiziaria anche per l’annullamento del semplice avviso bonario e soprattutto della pretesa tributaria sottostante.
La Corte di Cassazione chiarisce che se da una parte è vero che il contribuente ha tutto l’interesse a contestare la pretesa tributaria, anche se proveniente da un semplice sollecito, dall’altra non può però contestare i vizi formali dello stesso in quanto la finalità dell’avviso bonario o del sollecito di pagamento è puramente informativa.

giovedì 13 dicembre 2012

SLOT MACHINES: MENO DEMONIZZAZIONI E PIU' RAZIONALITA' NELLE SOLUZIONI

Dal sito

«Chi non toglie le slot, perderà il bar»

Il vicesindaco: «Il termine per rimuoverle scade il 15 dicembre. Poi scatteranno i controlli di vigili, Finanza e Carabinieri»
di Valeria Frangipane

BOLZANO. Via le slot dagli oltre 250 bar della città che le hanno installate entro 300 metri dai luoghi sensibili o il titolare sarà costretto a chiudere. «Mi spiace che in molti non si rendano conto di quel che succederà. Ripeto, ancora una volta, che il 15 dicembre scade il termine per rimuovere le macchinette elettroniche dai locali. Dopo questa data ci muoveremo di conseguenza». Il vicesindaco Klaus Ladinser risponde così a Confesercenti che si fa portavoce di tutto il disagio dei soci: «I pubblici esercenti non possono sciogliere i contratti con le società che gestiscono le slot, va trovata una soluzione che non li danneggi». «Nessuna soluzione - ribatte il vicesindaco - la legge non l’ho fatta io ma la Provincia (è entrata in vigore il primo novembre 2012) ed è più che chiara. Al Comune spetta solo il compito di farla rispettare. Per questo dal 15 in poi partiranno gradualmente i controlli in tutti i bar della città e scatteranno le prime multe. E ricordo che se il barista non sposterà le macchinette entro la data indicata e non lo farà nemmeno in seguito verrà sanzionato più volte fino al ritiro della licenza ed alla chiusura del locale. Mi spiace ma non si scherza». Ma come faranno i 250 baristi, legati a precisi contratti, a sganciarsi dai noleggiatori? «Devono parlarsi, non sta a me trovare una soluzione». Molte società di noleggio invitano i diretti interessati a non togliere proprio niente, lei che dice?
«Che se la vedranno col giudice per tutti i ricorsi del caso, non certo con noi».
E’ possibile tenere le macchinette spente?
«Spente o accese non importa. Vanno rimosse». I pubblici esercenti sono invitati anche a fare molta attenzione alle indicazioni che arrivano da alcuni noleggiatori che si dicono pronti a pagare, per esempio, la prima multa (dai 144 ai 552 euro). Attenzione perchè se il noleggiatore dice di pagare e se pagherà anche tutte le sanzioni successive, toccherà poi al titolare perdere la licenza e chiudere il bar. Insomma la questione è molto delicata. Da parte sua il comandante dei vigili, Sergio Ronchetti, fa sapere che nelle prossime ore è stata fissata una riunione proprio per discutere della questione: «Nel fine settimana abbiamo il problema della viabilità da Mercatino, per cui escludo che sabato possano già partire i controlli, ma da lunedì inizieremo il giro. L’input è quello di far rispettare la legge». Per i pubblici esercenti una doppia batosta: da una parte i problemi con i contratti firmati, dall’altra il mancato incasso che - per chi ha dalle due alle tre macchinette - oscilla tra i 1.000 ed i 1.500 euro al mese.
(12 dicembre 2012)””””””””””

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COMMENTO ALCAMS-AGL :

Solo un aspetto ci piace in questa vicenda: la serietà dell'istituzione nel voler applicare puntualmente la norma per quel che essa dispone e non per l'interpretazione diversa che ognuno ne può dare. Il resto no, non lo gradiamo proprio.
Innanzitutto la filosofia proibizionista e la forzatura sugli stili di vita dei cittadini maggiorenni: assolutamente fallimentare e controproducente. Meglio prevenire,sin dalla scuola e dalla famiglia, che reprimere ciecamente.Più si calcherà la mano e più il gioco si diffonderà anche presso fasce di popolazione prima inimmaginabili (così come è avvenuto per il fumo, i superalcolici, la prostituzione, le droghe leggere e pesanti, il gioco d'azzardo, le devianze sessuali che sfocino in reati, i limiti di velocità, ecc.). Per lo meno, noi la pensiamo così. E poi, insopportabile è il non rispetto dei problemi in cui si gettano queste microimprese. Cosa si vuole, che pure i baristi diventino poveri e non trovino altra alternative al gioco?
Quale la soluzione? Occorrerebbe provare a trovare un compromesso accettabile tra questi comportamenti e i limiti etici e morali, fondato non sulla illusoria negazione ma sulla riduzione del danno e la possibilità di avere alternative di vita a disposizione. Il business e i soldi (come le armi) non sono immorali di per sé, ma lo diventano per l'uso che se ne fa.Ciò non toglie che vi siano situazioni emergenziali, specie famigliari, che richiedano un intervento e un aiuto immediato. Questo va garantito, finanziandolo con il prelievo fiscale su questi fenomeni che va specificamente (e seriamente ) incrementato.Non c'è alternativa. L'esperienza ci dice che con il proibizionismo puoi togliere le slot dai bar ma, come sta avvenendo, ti spuntano su internet e nessuna autorità può farci nulla, come già avvenuto per fenomeni analoghi. Meglio, per sminuirne la portata trasgressiva, invece, estendere l'oggetto del desiderio, renderlo a portata di mano. Diminuirà l'interesse ossessivo e l'essere umano, come è naturale, cercherà altre attrattive, magari meno sconvolgenti o potenzialmente dannose. Purtroppo duole dire che come la burocrazia si nutre di inefficienza, così le istituzioni preposte alla repressione si nutrono di vizio dilagante, che consente loro di diminuire gli spazi di libertà e controllare il cittadino anche nella sua vita privata, a tappeto e indiscriminatamente. Lo strumento fiscale, evidentemente, avrebbe anche la valenza di diminuire i guadagni spropositati e di abbassare la febbre da superintroiti.Lasciamo quindi perdere le demonizzazioni e pensiamo a gestire razionalmente questi fenomeni così come si fa in altri paesi (perche l'Italia deve essere sempre in retroguardia?). Della questione fiscale connessa alle slot si è ripetutamente parlato in queste settimane con riferimento alla necessità di reperire risorse per far fronte alla crisi da debito che attanaglia il nostro Paese. Ad esempio in questo articolo su Avvenire:
Come AGL non posiamo non associarci a coloro che pretendono che i soldi di cui ha bisogno lo Stato (e la povera gente per avere i servizi di cui ha diritto) vengano presi là dove ci sono e, se qualcuno ha goduto di regimi di favore (come le società menzionate nell'articolo) è bene che sia fatta una correzione, anche attraverso l'introduzione di norme più puntuali. Che è cosa diversa dal rendere la vita impossibile a dei semplici proprietari di bar.

martedì 11 dicembre 2012

SCANDALO EURIBOR: E I SINDACATI BANCARI STANNO A GUARDARE (PREOCCUPATI? E SE SI', PER CHI?)......

DAL SITO DEL SOLE 24 ORE:

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-12-11/euribor-bruxelles-indaga-banche-064043.shtml?uuid=AbF92vAH

Euribor, Bruxelles indaga su 12 banche per manipolazione del tasso d'interesse


BRUXELLES - Si profila in Europa un nuovo scandalo finanziario dopo quello scoppiato a Londra l'anno scorso e che riguardava il Libor, uno dei più importanti tassi interbancari al mondo. La Commissione europea ha confermato ieri che sta indagando attivamente sui modi in cui viene fissato l'Euribor, l'equivalente del Libor per la zona euro. Quasi 50 istituti di credito partecipano alla fissazione di questo tasso di mercato, ma secondo fonti di stampa una dozzina sarebbe al centro dell'indagine.
«È una inchiesta che consideriamo come una nostra priorità», ha detto ieri a Bruxelles Antoine Colombani, il portavoce del commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia. «Per il momento non posso dire di più, se non che l'indagine continua. Soprattutto non posso dirvi il nome delle banche che sono coinvolte da questa inchiesta» iniziata nell'ottobre del 2011 quando venne a galla lo scandalo del Libor. La presa di posizione è giunta sulla scia di un articolo del Wall Street Journal.

Il giornale americano ha spiegato ieri che la Commissione sarebbe sul punto di accusare una dozzina di banche di avere manipolato il tasso d'interesse (l'euro interbank offered rate). Non c'è stata conferma da parte della Commissione né sul numero di banche né sulla tempistica. L'Euribor è fissato dalle banche, organizzate nella Federazione bancaria europea (Ebf). Il tasso d'interesse è essenziale perché è utilizzato per fissare il prezzo di mutui, prestiti, derivati e decine di altri strumenti finanziari.
Secondo il giornale americano, la banca inglese Barclays avrebbe già ammesso di avere manipolato il tasso d'interesse e quattro istituti avrebbero strettamente collaborato con la banca inglese: Deutsche Bank, Crédit Agricole, Société Générale e Hsbc. In questo contesto, l'Ebf sta cercando di evitare di subire lo stesso destino dell'Associazione bancaria inglese (Bba) che in autunno ha perso la possibilità di gestire il Libor. Le autorità inglesi hanno deciso di prendere il controllo del mercato per evitare manipolazioni a danno di consumatori e concorrenti.
«Quando scoppiò lo scandalo Libor - ha spiegato al Wall Street Journal Guido Ravoet, il presidente della Efb - fummo molto veloci nel dire che eravamo pronti ad accettare una vigilanza pubblica. Ci sono certamente delle fragilità nel nostro sistema di governance. Siamo completamente aperti». A metà novembre la stessa Banca centrale europea aveva chiesto profondi cambiamenti al modo in cui è fissato l'Euribor e proposto una sorveglianza diretta delle autorità europee.
«C'è margine significativo per riformare l'Euribor», ha detto la Bce. «Nel breve termine, l'obiettivo dovrebbe essere di migliorare la governance, oltre che offrire un chiaro scadenzario per migliorare sia il regolamento che la sorveglianza dell'Euribor (…) Nel più lungo termine, sarà importante migliorare il calcolo del tasso d'interesse basandolo sulle effettive transazioni». In quella occasione, la Bce aveva proposto che a vigilare sull'Euribor potesse essere l'Autorità bancaria europea (Eba).
Sempre secondo il Wall Street Journal, due banche, l'americana Citigroup e la tedesca DekaBank, sono uscite dal gruppo di istituti di credito che fissano l'Euribor, apparentemente per evitare di essere coinvolte in qualche forma di manipolazione del mercato, un fenomeno almeno in parte legato all'ingordigia legata al boom di Borsa degli anni 2000. In giugno, Barclays ha accettato di pagare una multa di 453 milioni di dollari per chiudere il dossier Libor. """"""""""

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COMMENTO ALAC-AGL

Se a Bruxelles sono stati gli uffici dell’Antitrust ad aver avviato un’indagine sulla manipolazione del tasso di interesse, nel nostro paese l’inchiesta è di carattere penale. E porta la firma della procura di Trani.Dopo l’inchiesta sulle agenzie di rating, ora i giudici del capoluogo pugliese muovono contro chi potrebbe aver avuto interesse a speculare sul tasso che determina, in particolare, il valore dei mutui immobiliari.I reati ipotizzati sono truffa aggravata e grave manipolazione dei mercati.La delega per l’indagine è della guardia di Finanza e di un team di esperti ha cominciato ad analizzare documenti e articoli di stampa. L’ipotesi è che ci sia stata una scientifica manipolazione ai danni di circa due milioni e mezzo di famiglie italiane.Le indagini non nascono a caso ma dalle denunce che le associazioni dei consumatori presentano a Trani. I danni ai mutuatari italiani, dovuti al balzo dei tassi, sono stati giù stimati in almeno 3 miliardi di euro.
Ci viene il dubbio: perchè vari soggetti si stanno attivando nelle denunce tranne i sindacati dei bancari, rappresentanti di una categoria di lavoratori colpita da spietate ristrutturazioni che tuttavia sono i primi a conoscere determinati meccanismi,sin dal loro avvio?
Non starà avvenendo, nel rapporto tra sistema bancario e maggiori sindacati di settore qualcosa di simile a quanto già visto nel rapporto tra ILVA e gli stessi sindacati (locali e nazionali) metalmeccanici? Ci appelliamo ai lavoratori bancari: facciano la loro scelta di campo, ma subito perchè tra poco, per il loro posto di lavoro e per milioni di risparmiatori, sarà troppo tardi.

lunedì 10 dicembre 2012

PLUSVALENZOPOLI

GLI IMMOBILI, UNA PASSIONE BIPARTISAN, DOPO AFFITTOPOLI E SVENDOPOLI, OGGI VA FORTE LA PLUSVALENZA: SI COMPRA PER DUE SOLDI DAGLI ENTI E SI RIVENDE CON ENORMI PROFITTI

"CASE LOW COST PER IL PALAZZO"
da : "IL FATTO QUOTIDIANO"

di: FRANCESCA BIAGIOTTI

Se c`è una cosa che accomuna politici di destra e sinistra, è la passione per l`immobile con Io sconto. Il rapporto del politico italiano con il mattone non passa per gli annunci immobiliari, più spesso le case arrivano dallo sterminato patrimonio degli enti pubblici e privati. Affittopoli è stata scoperta dal Giornale nel 1995, svendopoli dall`Espresso nel 2007. Ora tocca a plusvalenzopoli. E il protagonista assoluto è sempre lui: Nicola Mancino. Come altri politici, dopo essere stato in affitto a un canone ridicolo, dopo aver comprato a prezzi stracciati, è riuscito a rivendere guadagnando una bella plusvalenza. L`ex presidente del Senato, indagato per falsa testimonianza a Palermo nell`indagine sulla trattativa Stato mafia, diceva nel 1995 a Il Giornale che lo punzecchiava per l`affitto: "È una brutta casa, piena di spifferi, non ha nemmeno un terrazzo e mi ci sento in gabbia". La ottenne in affitto dall`Ina nel 1985 e la acquistò nel 2001. L`appartamento è molto grande, 200 metri quadrati, al terzo piano con 2 ingressi, un soggiorno, salone, 2 camere, una cameretta, 2 bagni, cucina e due soffitte. Il prezzo pagato allora fu I miliardo e 579 milioni di lire (815 mila euro). Nel 2008 i Mancino rivendono in euro al prezzo incredibile di 2 milioni e 800 mila euro, 90 mila euro valgono solo le soffitte, con tutti gli spifferi. Mancino incassa un reddito esentasse di 1 milione e 985 mila euro. A ruota segue Renato Brunetta, con una plusvalenza da 486 mila euro (vedi l`articolo a pagina 8). Mentre in buona posizione ecco il figlio minore di Clemente Mastella, Pellegrino. Nell`era di affittopoli i Mastella erano inquilini di una casa Ina-Assitalia sul lungotevere Flaminio ma riuscirono a comprarne altre quattro dalla società privata Initium che rilevò il patrimonio per venderlo. A Pellegrino ne andarono due. L`anno scorso ne ha rivenduto uno per comprare un appartamento più grande ai Parioli di 8,5 vani con 4 bagni, 2 camere, cucina, soggiorno grande e 2 balconi, in via Bruno Buozzi. Il salto è stato possibile grazie alla sua casetta ex Ina comprata a soli 175 mila euro nel 2004, ma venduta a 420 mila. La sua plusvalenza è stata di ben 245 mila euro. Un altro caso interessante di acquisto e rivendita è quello del deputato del Pdl di Lamezia Terme Giuseppe Galati. I126 maggio 2006 compra un appartamento di 5,5 vani a Milano dell`Inail in un palazzo di via Domenichino. Due mesi dopo lo rivende al suo amico fraterno Roberto Mercuri, poi indagato per le sue imprese nel settore dell`energia in Calabria. Mercuri non avrebbe potuto comprare direttamente perché nello stesso palazzo, allo stesso piano, aveva preso già nel 2005 un appartamento Inail di 9,5 vani catastali. La ratio dell`acquisizione del patrimonio degli enti sarebbe duplice: dare una casa a chi non ha i mezzi per potersela permettere e far cassa mettendo a reddito le abitazioni di pregio, in modo da dare un futuro agli associati. Peccato che guardando come Enasarco (l`ente di previdenza degli agenti di commercio) ha gestito in questi anni affitti e compravendite l`impressione è che sia stato mancato clamorosamente l`obiettivo. "Di solito la percentuale di iscritti all`ente tra gli inquilini è del 60%" dice Luca Gaburro della Federagenti "ma da noi è tanto se si arriva al 4%". Insomma la stragrande maggioranza degli inquilini Enasarco con il commercio ha poco a che fare. Partiamo da Roma: Garbatella, circonvallazione Ostiense, dove c`è Angiolo Marroni, Pd, già consigliere della regione Lazio, e ora in pensione con un bel vitalizio da ex consigliere. Ha dichiarato di pagare 380 euro al mese per 80 metri quadrati: "Sto in questa casa da tantissimi anni". Ma nello stesso stabile risiede anche Carlotta Cetica, figlia del ben più noto Stefano ex assessore al Bilancio della Regione Lazio e soprattutto braccio destro di Renata Polverini. Hanno lavorato a lungo insieme all`Ugl, il sindacato della governatrice e proprio la Polverini è stata anche nel collegio sindacale dell`Enasarco quando veniva assegnata la casa alla figlia del suo collega. Al quartiere Parioli il deputato Pdl Francesco Amoruso ha ottenuto una casa di oltre 140 metri quadrati a soli 1.141 euro al mese, con ristrutturazione inclusa, tra l`altro quando presiedeva la commissione parlamentare dí controllo sugli enti. Vendite Quando sono agevolate L`attuale ministro Patroni Griffi ha comprato una casa dall`Inps al Colosseo, 109 metri quadrati, primo piano, all`incredibile cifra di 177 mila euro grazie allo sconto inquilini che tra l`altro ricorsero al Tar contro l`ente e vinsero, facendo dichiarare lo stabile "non di pregio". "Ero una persona normale quando ho acquistato casa, come me l`hanno avuta in molti" dice il ministro. Per esempio il parlamentare del Pdl Giuliano Cazzola nello stesso stabile nel 2008 compra un quinto piano di 93 metri quadrati a soli 167mila euro. Beati loro verrebbe da dire. Ma anche l`attuale sindaco di Roma Gianni Alemanno non se la passa male. Nel 2006 ha preso dell`Inail 140 metri quadri in una via silenziosa dei Parioli per 533 mila euro. "Ho partecipato ad un bando pubblico e non ho avuto sconti perché è stata ritenuta di pregio", ha detto il sindaco "dovremmo occuparci invece di chi la casa a Roma non ce l`ha, quella è la vera emergenza". Emergenza che non ha toccato Pier Ferdinando Casini. L`onorevole abitava nel quartiere Trieste con la moglie Roberta Lubich e le due figlie. Dopo la separazione, la famiglia ha comprato l`intero stabile da una società di un amico del leader Udc, Franco Corlaita, che aveva acquistato alla dismissione del patrimonio ex Ina-Assitalia. Il prezzo totale è di appena 1 milione e 800 mila euro per un immobile di 4 piani. Un trattamento di favore? Lo stabile accanto aveva la stessa provenienza (Ina-Assitalia), ma ha seguito un destino diverso. Gli appartamenti sono arrivati, dopo alcuni passaggi, alla WXIII/IE Commercial 4 Srl del nuovo suocero di Casini, Francesco Gaetano Caltagirone, che però ha sfrattato gli inquilini senza riconoscergli il diritto di prelazione, sono infatti in causa. Qualcuno se n`è andato dopo aver lottato in tutti i modi, come Davide Morchio, mentre ad altri toccherà nel 2013. "Io mi sto aggrappando al milleproproghe con la speranza che venga fatto entro l`anno, altrimenti il 10 gennaio mi buttano fuori con la forza pubblica", dice Anna Carelli una dei 3 "inquilini sopravvissuti" del palazzo. Sicuramente la signora Anna con un reddito inferiore ai 27 mila euro all`anno non riuscirà a comprarsi la casa in cui è stata 40 anni, anche perché Caltagirone un anno e mezzo fa ha ristrutturato il palazzo e vende a circa 11 mila euro al metro. Non certo il prezzo a cui ha comprato il genero. Come se non bastasse Franco Corlaita ha regalato all`Udc 10 mila euro nel 2004 e la WXIII/IE Commercial 4 srl ha donato altri 100 mila euro nel 2008 al partito di Casini. Piove sempre sul bagnato. gg È brutta, piena di spifferi" diceva Nicola Mancino . Per 200 metri quadrati (due ingressi, un soggiorno, salone, due camere, due bagni, cucina e due soffitte) nel 2001 pagò 815mila euro. Nel 2008 ha rivenduto per 2 milioni e 800mila euro GLI IMMOBILI, UNA PASSIONE BIPARTISAN, DOPO AFFITTOPOLI E SVENDOPOLI, OGGI VA FORTE LA PLUSVALENZA: SI COMPRA PER DUE SOLDI DAGLI ENTI E SI RIVENDE CON ENORMI PROFITTI Un paese di 66 milioni di abitazioni 66 MILIONI DI CASE Secondo la mappatura realizzata dall`Agenzia del Territorio, le unità immobiliari complessive in Italia, al 31 dicembre 2009 sono circa 66 milioni. Di queste, 32,6 milioni unità (quasi il 50%) sono collocate al Nord, 12,9 milioni (quasi il 20%) al Centro e 20,3 milioni (circa il 30%) al Sud. Le abitazioni vere e proprie sono però circa la metà, 33 milioni mentre le unità pertinenziali (cantine; box, locali collegati a un`unità immobiliare) sono poco più di 21 milioni. Poco oltre i 2 milioni, invece, le unità commerciali mentre è di 1.430.592 il totale delle unità produttive. Da segnalare, poi, le oltre 120 mila unità ricreative e culturali e i circa 65 mila edifici adibiti a sanità e istruzione. Le regioni con i prezzi medi delle case più elevati sono il Lazio, la Liguria, il Trentino Alto Adige e la Valle d`Aosta. Molise, Basilicata, Sicilia e Calabria presentano quotazioni medie regionali• inferiori a 1050 euro a metro quadro. -4% IL CALO DEI PREZZI NEL 2012 RISPETTO AL 2011 NOMISMA Nelle 13 principali città italiane il calo dei prezzi nel 2012 è in media del 4% rispetto a un anno fa. Le peggiori performance a Firenze e Torino. Più contenute le perdite a Milano e Roma. 3,46% IL TASSO MEDIO DI INTERESSE PER UN MUTUO TASSI DI INTERESSE sempre più alti. A settembre 2012 il tasso medio in Italia si è attestato al 3,46%, ma è salito al 4,42% per i mutui alle imprese fino a 1 milione di euro e arrivato al 4,86% per quelli fino a 250mila euro. 8121% GLI INTERESSI PAGATI PER UN MUTUO A CROTONE A CROTONE i tassi schizzano all`8,21%, con un aumento di 161 punti base tra giugno 2011 e giugno 2012, rispetto al Nord. A Bolzano, invece, i tassi si sono fermati al 3,91%. Male a Cosenza, bene a Trento.   

sabato 1 dicembre 2012

CORTE COSTITUZIONALE SU MATERNITA' PER LIBERE PROFESSIONISTE CHE ADOTTANO UN BAMBINO

Corte Costituzionale Sentenza n. 257 del 22.11.2012 (brani della sentenza):

""""""""""(...)1.— Il Tribunale di Modena, in funzione di giudice del lavoro, con ordinanza del 27 settembre 2011 (r.o. n. 98 del 2012) ha sollevato questione di legittimità costituzionale degli articoli 64, comma 2, e 67, comma 2, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53), in riferimento agli articoli 3, 31 e 37 della Costituzione «nella parte in cui, relativamente alle lavoratrici autonome e alle lavoratrici iscritte alla gestione separata e tenute al versamento della contribuzione dello 0,5 per cento di cui all’art. 59, comma 16, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, che abbiano adottato un minore, prevedono l’indennità di maternità per un periodo di tre mesi anziché di cinque mesi».(...)
Ciò posto si deve osservare che, come questa Corte ha già affermato, gli istituti nati a salvaguardia della maternità non hanno più, come in passato, il fine precipuo ed esclusivo di protezione della donna, ma sono destinati anche alla garanzia del preminente interesse del minore, che va tutelato non soltanto per quanto attiene ai bisogni più propriamente fisiologici ma anche in riferimento alle esigenze di carattere relazionale ed affettivo, collegate allo sviluppo della sua personalità (sentenze n. 385 del 2005 e n. 179 del 1993).
Tale principio è tanto più presente nelle ipotesi di affidamento preadottivo e di adozione, nelle quali l’astensione dal lavoro non è finalizzata solo alla tutela della salute della madre, ma mira anche ad agevolare il processo di formazione e crescita del bambino (sentenza n. 385 del 2005), creando le condizioni di una più intensa presenza degli adottanti, cui spetta (tra l’altro) la responsabilità di gestire la delicata fase dell’ingresso del minore nella sua nuova famiglia.
In questo quadro, non si giustifica, ed appare anzi manifestamente irragionevole, che, con riferimento alla stessa categoria dei genitori adottivi, mentre alle lavoratrici dipendenti, che abbiano adottato o avuto in affidamento preadottivo un minore, spetta un congedo di maternità (con relativa indennità) per un periodo massimo di cinque mesi, sia in caso di adozione (o affidamento preadottivo) nazionale che internazionale (art. 26, commi 1, 2 e 3 del d.lgs. n. 151 del 2001), alle lavoratrici iscritte alla gestione separata sia riconosciuta un’indennità di maternità per soli tre mesi. L’irragionevolezza di tale trattamento differenziato è palese, ove si consideri che, in entrambi i casi, si verte in tema di adozione o di affidamento preadottivo.
È vero che tra lavoratrici dipendenti e lavoratrici iscritte alla gestione separata sussistono differenze che rendono le due categorie non omogenee. Nella questione in esame però vengono in rilievo non già tali diversità, bensì la necessità di adeguata assistenza per il minore nella delicata fase del suo inserimento nella famiglia, anche nel periodo che precede il suo ingresso nella famiglia stessa, e tale necessità si presenta con connotati identici per entrambe le categorie di lavoratrici.
Ne deriva che la discriminazione sopra riscontrata si rivela anche lesiva del principio di parità di trattamento tra le due figure di lavoratrici sopra indicate che, con riguardo ai rapporti con il minore (adottato o affidato in preadozione), nonché alle esigenze che dai rapporti stessi derivano, stante l’identità del bene da tutelare, vengono a trovarsi in posizioni di uguaglianza.
Conclusivamente, deve essere dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 64, comma 2, del d.lgs. n. 151 del 2001, come integrato dal richiamo al d.m. 4 aprile 2002 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 136 del 12 giugno 2002, nella parte in cui, relativamente alle lavoratrici iscritte alla gestione separata di cui all’art. 2, comma 26, della legge n. 335 del 1995, che abbiano adottato o avuto in affidamento preadottivo un minore, prevede l’indennità di maternità per un periodo di tre mesi anziché di cinque mesi.
Ogni altro profilo rimane assorbito.
per questi motivi
LA CORTE COSTITUZIONALE
1) dichiara l’illegittimità costituzionale dell’articolo 64, comma 2, del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53), come integrato dal richiamo al decreto ministeriale 4 aprile 2002 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 136 del 12 giugno 2002, nella parte in cui, relativamente alle lavoratrici iscritte alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare), che abbiano adottato o avuto in affidamento preadottivo un minore, prevede l’indennità di maternità per un periodo di tre mesi anziché di cinque mesi;
2) dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 67, comma 2, del d.lgs. n. 151 del 2001, sollevata dal Tribunale di Modena, in funzione di giudice del lavoro, in riferimento agli articoli 3, 31 e 37 della Costituzione, con l’ordinanza indicata in epigrafe
(...)
F.to:
Alfonso QUARANTA, Presidente
Alessandro CRISCUOLO, Redattore
Gabriella MELATTI, Cancelliere (...)""""""""""

PP.AA. DIMISSIONI IN BIANCO : FIGLI DI UN DIO MINORE?

Ministero del Lavoro, Direzione Gen. Attività Ispettiva, risposta a Interpello 35/2012
""""""""""(...) si ritiene pertanto che l’art. 4, commi 16-22, L. n. 92/2012, in materia di validazione delle dimissioni presso la competente Direzione territoriale del lavoro, ovvero presso i Centri per l’impiego o altre sedi individuate dalla contrattazione collettiva, non sia immediatamente applicabile con riferimento al personale contrattualizzato delle università e, più in generale, delle pubbliche amministrazioni.""""""""""
Vai al sito della Direzione Territoriale del Lavoro di Modena per scaricare la risposta all'Interpello  in versione integrale:
http://www.dplmodena.it/interpelli/26-11-12inter_35-2012.htm    
Ecco un significativo esempio di come i pluripremiati vertici del Ministero del Lavoro (dalla firma tra l'altro ricaviamo che si tratta sempre degli stessi, nonostante i risultati disastrosi) si rapportino ai gravi problemi delle persone che lavorano nel nostro Paese. E per fortuna che nelle Pubbliche Amministrazioni dicono che il posto è sicuro, che si stia meglio che nel Privato, che si ritenga in generale  che l'italiano sia trattato meglio dello straniero e  che esista una normativa protettiva per le donne.Ci domandiamo cosa abbiano fatto dal 18 luglio al 22 novembre, oltre a riscuotere premi pagati da noi e a tenere riunioni-farsa con i sindacati rappresentativi (non sappiamo se completati da pranzo, cocktail o buffet) , i dirigenti preposti , nel Ministero del Lavoro e nel Ministero della Pubblica Amministrazione, ad attuare questa come altre norme.
Saremmo veramente sorpresi se, chiunque vinca, dopo le elezioni, non accadesse che su qualcuna di queste poltrone, dopo tanti anni e tanti governi succedutisi, non si trovasse il modo di sostituirne il sedere.

lunedì 26 novembre 2012

COOP, SPOT LITTIZZETTO : ALCUNE LAVORATRICI LE SCRIVONO

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Cara Luciana,
lo sai cosa si nasconde dietro il sorriso di una cassiera che ti chiede di quante buste hai bisogno? Una busta paga che non arriva a 700 euro mensili dopo aver lavorato sei giorni su sette comprese tutte le domeniche del mese. Le nostre famiglie fanno una grande fatica a tirare avanti e in questi tempi di crisi noi ci siamo abituate ad accontentarci anche di questi pochi soldi che portiamo a casa. Abbiamo un’alternativa secondo te?
Nei tuoi spot spiritosi descrivi la Coop come un mondo accattivante e un ambiente simpatico dove noi, quelle che la mandano avanti, non ci siamo mai. Sembra tutto così attrattivo e sereno che parlarti della nostra sofferenza quotidiana rischia di sporcare quella bella fotografia che tu racconti tutti i giorni.
Ma in questa storia noi ci siamo, eccome se ci siamo, e non siamo contente. Si guadagna poco e si lavora tanto. Ma non finisce qui. Noi donne siamo la grande maggioranza di chi lavora in Coop, siamo circa l’80%. Prova a chiedere quante sono le dirigenti donna dell’azienda e capirai qual è la nostra condizione.
A comandare sono tutti uomini e non vige certo lo spirito cooperativo. Ti facciamo un esempio: per andare in bagno bisogna chiedere il permesso e siccome il personale è sempre poco possiamo anche aspettare ore prima di poter andare.
Il lavoro precario è una condizione molto diffusa alla Coop e può capitare di essere mandate a casa anche dopo 10 anni di attività più o meno ininterrotta. Viviamo in condizioni di quotidiana ricattabilità, sempre con la paura di perdere il posto e perciò sempre in condizioni di dover accettare tutte le decisioni che continuamente vengono prese sulla nostra pelle.
Prendi il caso dei turni: te li possono cambiare anche all’ultimo momento con una semplice telefonata e tu devi inghiottire. E chi se ne frega se la famiglia va a rotoli, gli affetti passano all’ultimo posto e i figli non riesci più a gestirli.
Denunciare, protestare o anche solo discutere decisioni che ti riguardano non è affatto facile nel nostro ambiente. Ci è capitato di essere costrette a subire in silenzio finanche le molestie da parte dei capi dell’altro sesso per salvare il posto o non veder peggiorare la nostra situazione.
Tutte queste cose tu probabilmente non le sai, come non le sanno le migliaia di clienti dei negozi Coop in tutta Italia. Non te le hanno fatte vedere né te le hanno raccontate. Ed anche a noi ci impediscono di parlarne con il ricatto che se colpiamo l’immagine della Coop rompiamo il rapporto di fiducia che ci lega per contratto e possiamo essere licenziate.
Ma noi non vogliamo colpire il marchio e l’immagine della Coop, vogliamo solo uscire dall’invisibilità e ricordare a te e a tutti che ci siamo anche noi.
Noi siamo la Coop, e questo non è uno spot. Siamo donne lavoratrici e madri che facciamo la Coop tutti i giorni. Siamo sorridenti alla cassa ma anche terribilmente incazzate.
Abbiamo paura ma sappiamo che mettendoci insieme possiamo essere più forti e per questo ci siamo organizzate. La Coop è il nostro posto di lavoro, non può essere la nostra prigione.
Crediamo nella libertà e nella dignità delle persone. Cara Luciana ci auguriamo che queste parole ti raggiungano e ti facciano pensare.
Ci piacerebbe incontrarti e proporti un altro spot in difesa delle donne e per la dignità del lavoro.
Con simpatia, un gruppo di lavoratrici Coop"""""""""
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COMMENTO ALCOOP-AGL:
Siamo ovviamente disponibili a ospitare repliche da parte della Azienda COOP su quest'argomento.
Per intanto vorremmo osservare che molti in questi giorni parlano di violenza alle donne. Che spesso non è solo fisica ma anche morale, non solo tra le mura domestiche ma anche sul lavoro.Spiace constatare che nel mondo cooperativo stia andando avanti da anni il fenomeno delle retribuzioni più basse e degli orari più sfavorevoli. Se questo può lenire il malumore delle lavoratrici Coop, vorremmo rassicurarle che, a parte le atmosfere ovattate degli spot pubblicitari, l'opinione pubblica e la clientela di tutte le Aziende della grande distribuzione conosce abbastanza bene i loro sacrifici. Ma anche per i clienti non c'è scelta. Andare al supermercato significa infatti risparmiare per quel che si può in questa crisi. Quindi ci siamo un pò costretti tutti. Purtroppo vige un altro brutto fenomeno che chiunque faccia sindacato in quei contesti conosce bene: c'è troppa sottomissione, troppo timore, troppo egoismo da parte della gran massa dei lavoratori. E su questo campano i cattivi dirigenti che costruiscono il loro successo sullo sfruttamento. Purtroppo i lavoratori dovrebbero, in questi contesti estremi, capire che in definitiva è in mano loro la posibilità che certi personaggi continuino a fare profitti. Se non c'è vera ribellione non c'è vero cambiamento.Come è altrettanto vero che, nel panorama sindacale sono pochissimi i soggetti di cui ci si può fidare. Ma anche qui c'è una responsabilità di quei lavoratori che per paura, invece di buttarsi in prima persona nell'attività sindacale, la delegano a persone spesso senza scrupoli e senza morale.Sembra che le donne che hanno scritto questa lettera alla Littizzetto abbiano capito perfettamente tutto ciò. Ma per favore, non fermiamoci allo spot che sicuramente la Littizzetto interpreterà anche contro la violenza alle donne (e, ci scommetteremmo, con il contributo finanziario degli stessi dirigenti Coop e magari con la regia di qualche cineasta di "sinistra"). Cerchiamo di guardare più in là, oltre anche al precariato (perchè è chiaro che il futuro, tra pochi anni, sarà quello, ma per tutti, se non altro per disinnescare la bomba ad orologeria sociale che verrebbe costruita dal perpetuarsi dell'ingiustizia nel trattamento diseguale tra lavoratori in situazioni diverse). Per esempio: nei mesi scorsi anche noi abbiamo denunciato la via serba di Marchionne ai rapporti di lavoro. Non sarà mica che Renzi (vincitore delle primarie nelle zone rosse e quindi anche col voto dei cooperatori) e Bersani (storicamente considerato uomo vicino all'imprenditorialità cooperativa) pensino che l'alternativa al modello FIAT sia questo modello Coop?
Ecco, ci dicano loro cosa pensano della vostra situazione e cosa vogliano fare per porre rimedio. E CGIL CISL UIL, oltre a criticare i contratti pirata UNCI/CONFSAL , non sembra abbiano fatto molto per dimostrare come i CCNL Alleanza Cooperative/Triplice siano poi tanto diversi. E l'Autorità di vigilanza (la Direzione Generale Enti Cooperativi del Ministero dello Sviluppo Economico, diretto da Passera) che potrebbe intervenire subito, non ritiene che sia il caso di disporre ispezioni straordinarie a carico di Aziende che per legge sono con frequenza annuale o biennale ispezionate da Legacoop stessa? E può sopravvivere nel 2012 un sistema che preveda la coincidenza tra controllore (Legacoop) e controllato (la COOP aderente a Legacoop alla quale paga la quota associativa)? Care lavoratrici, solo interessandovi direttamente di queste cose (altro che la povera Littizzetto) riuscirete a smuovere qualcosa. E senz'altro noi saremo al vostro fianco.

mercoledì 21 novembre 2012

RIFORMA CONDOMINIO? MONCA PURE LEI

La "riforma" del condominio (un semplice recepimento di alcuni principi adottati dalla Cassazione)non ci soddisfa in quanto, accanto a delle giuste novità, permangono delle vistose dimenticanze.Non è stata affrontata la questione della personalità giuridica del condominio, non è stata risolta (ci dispiace per il Rag. Fantozzi) quella delle proverbiali liti, ancora inadeguata risulta la disciplina della ripartizione delle spese.La materia dell'approvazione delle tabelle millesimali presenta ancora incertezze. Auguri quindi agli amministratori e agli inquilini che continueranno nella loro vita spericolata.

domenica 18 novembre 2012

RISCALDAMENTO:AUMENTI.TORNEREMO ALLE VECCHIE STUFE?






Quest'anno per il riscaldamento spenderemo in media 1752 euro in più a famiglia. In Italia abbiamo le tariffe più care d'Europa. Il costo al lordo delle tasse, nella fascia di consumo più bassa, è pari a oltre 98 euro al metro cubo (contro 90 dell'Unione Europea), in quella media è di quasi 83 euro (contro 64) e in quella alta di 76 euro (in Europa , 59).La bolletta del riscaldamento per una famiglia che vive in una casa di 85 m2 e consuma 1200 litri di gasolio all'anno è pari a 1752 euro annui, 602 euro in più rispetto a una famiglia francese e 696 rispetto ad una inglese.
Stante questa situazione, chiediamo l'applicazione di un'Iva agevolata per il gasolio destinato a riscaldare le case degli italiani e di evitare l'aumento dell'IVA a luglio, previsto dalla legge di Stabilità. L'Autorità per l'Energia ha proposto, in un documento approvato dalle Commissioni X di Camera e Senato, di introdurre una Banca Dati per "schedare" i clienti poco puntuali o inadempienti nei pagamenti. Si chiamerà BICSE (Banca dati inadempimenti contrattuali dei clienti finali del settore energetico) e terrà traccia, nel proprio data base di tutte le informazioni relative alle utenze, ai consumi, così come dei mancati pagamenti, ritardi, revoche e contenziosi. Siamo contrari a queste misure,altamente lesive dei diritti dei consumatori utenti del settore energetico a tutto vantaggio delle società di commercializzazione. In bolletta gli utenti già versano 4,7 euro all'anno per complessivi 130 milioni di euro a copertura delle morosità di cui il principale responsabile resta la P.A (70%) le PMI (20%) e le famiglie solo per il 10%. Ancora una volta le famiglie e le piccole imprese dovrebbero pagare in maniera salata le scorrettezze di una Pubblica Amministrazione che pensa a tutelare solo se stessa, nonostante sia pagata da noi.

martedì 13 novembre 2012

GUERRA NELL'ETERE TRA SUPER BANDA LARGA E DIGITALE TERRESTRE.PAGHERANNO LE FAMIGLIE?

L'avvento della Super banda larga potrebbe mettere a rischio la visione della tv digitale terrestre. Rassegnamoci ad udire tra breve, in ogni palazzo, le imprecazioni sia di chi continuerà ad avere una connessione Internet insoddisfacente sia di coloro per i quali il segnale TV digitale terrestre porrà problemi.Già si parla del carico economico per le famiglie che dovranno pagare i filtri per le antenne. Infatti è prevista l'accensione, per il prossimo gennaio, della rete LTE necessaria per fornire i servizi di banda larga in mobilità. Se non verranno risolti i problemi delle interferenze tra frequenze a 800 MHz (ex canali 61-69, ora assegnati ai servizi di banda larga mobile) e TV l'accensione provocherà problemi alla ricezione dei canali televisivi trasmessi in digitale terrestre, con il conseguente oscuramento tv, per risolvere il quale, in assenza di precise regole che pongano i costi a carico delle aziende di tlc, le famiglie saranno costrette ancora una volta ad affrontare spese per acquistare i filtri anti interferenze per le proprie antenne, nonostante i tanti costi già sostenuti per il passaggio alla tv digitale.
Ci appelliamo al Ministro Passera e ai governanti presenti e futuri, oltre al Tavolo Tecnico apposito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (cui auspichiamo siano ammesse le Associazioni dei Consumatori) perchè si eviti l'ennesima brutta figura al nostro Paese e ulteriori, insopportabili costi e disagi alle famiglie. Senza contare che se questo investimento strategico non decollerà il declino, anche per questo versante, dell'Italia, sarebbe irreversibile.

mercoledì 7 novembre 2012

IMU: LA STANGATA

Dal sito di Repubblica Roma
http://roma.repubblica.it/

"""""""""LA CAPITALE E LA CASA

Imu, arriva la stangata della rata di dicembre
prima casa +200%, quasi 400 per la seconda

L'imposta media passa da 170 a 510 euro. Il Campidoglio incasserà 1 miliardo

di DANIELE AUTIERI e LAURA SERLONI

Stangata Imu. La prima rata di giugno è stata soltanto il preludio di quello che i romani saranno costretti a pagare nell'ultima tranche di dicembre. Il saldo, secondo una prima stima, ammonta al 200% in più rispetto all'acconto per la prima casa e quasi al 400% in più per la seconda. Una vera e propria mannaia che rischia di dirottare la tredicesima di molti lavoratori direttamente nelle casse dello Stato.

La Capitale resta saldamente in vetta sia in termini di gettito sia di costi. In estate i romani, secondo i dati del ministero del Tesoro, hanno versato oltre 1 miliardo per l'Imu. La nuova tassa sulle abitazioni ha fruttato, dunque, più del 10% del gettito totale italiano, di questi 492,9 milioni sono serviti a rimpinguare la cassaforte capitolina. E prima delle festività natalizie i cittadini si apprestano a fornire un altro pesantissimo contributo. Già perché mentre per la prima rata e la seconda di settembre, che hanno versato tutti quelli che hanno scelto di frazionare il pagamento in tre fasi, l'aliquota veniva calcolata al 4 per mille sulla prima casa e al 7,6 per mille per la seconda; ora scattano gli aumenti. Entro il 31 ottobre i Comuni dovevano decidere le nuove fasce di riferimento.

A Roma nelle delibere propedeutiche al bilancio, il Campidoglio ha scelto di elevare al massimo possibile l'aliquota che si attesta al 5 per mille per la prima abitazione e al 10,6 per mille per la seconda. Una scelta quasi obbligata quella della giunta Alemanno, costretta dai bilanci in profondo rosso. Insomma, nell'ultima rata clou del 17 dicembre i proprietari di un appartamento dovranno versare il saldo e il conguaglio con l'aliquota maggiorata. Ma c'è da tenere conto della detrazione: ammonta a 200 euro più altri 50 per ogni figlio a carico minore di anni 26, fino a un massimo di 400 euro totali di detrazioni.

Secondo delle elaborazioni di "Repubblica" su dati del ministero dell'Economia, di Confedilizia e di Uil - Servizio politiche territoriali, ecco come saranno in media gli aumenti per i romani. Per quanti sulla prima casa, in acconto, hanno versato circa 170 euro, il saldo della terza rata con l'aliquota al 5 per mille sarà di 501 euro; mentre sulla seconda casa se si sono pagati circa 321 euro a dicembre sarà di 1.209 euro.

"Aumentare l'imposta di un punto sulla prima casa e non vedere i servizi migliorati, è una beffa", sottolinea Alfredo Ferrari, consigliere comunale del Pd e vicepresidente della commissione capitolina Bilancio. Il sindaco aveva la possibilità di aumentare l'aliquota di un punto percentuale sulla prima casa (ogni punto di Imu vale 150 milioni di euro) e di 3 punti sulla seconda (ogni punto di Imu, in questo caso, vale 140 milioni di euro).

Una manovra dalla quale il Governo spera di riuscire ad incassare circa 20 miliardi di euro; mentre il Campidoglio, si aspetta di avere circa un miliardo. E, infatti, proprio da Roma arriva il gettito maggiore. È salda al primo posto della classifica delle città dove si paga di più: in media nella capitale si sborsano circa 671 euro, a Milano 427 e a Bologna 409 euro. Così il Comune fa cassa con l'Imu, un modo per riuscire a garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti e tirare un sospiro di sollievo almeno fino a fine legislatura
(07 novembre 2012)
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COMMENTO AGL
Non siamo i soli a dirlo. L'effetto dell'Imu è devastante. Travolge non solo i bilanci famigliari ma anche il settore dell'edilizia, con le immaginabili ripercussioni sui comparti ad essa legati. Sono le aziende costruttrici ad essere in difficoltà e coloro che vendono le case .I possibili acquirenti sono: le famiglie che vogliono comprarsi un appartamento, che hanno difficoltà ad ottenere mutui o a sostenerli.E gli investitori (il mattone è il classico bene rifugio). Esso sta tuttavia diventando meno appetibile. Infatti comporta difficoltà con gli inquilini che hanno problemi a pagare l'affitto. E le imposte pesano indipendentemente dalla redditività effettiva del bene. L''Imu è una tassa iniqua ed un grave errore che sta provocando il crollo di tutto il mercato immobiliare del Paese. Ha provocato un calo nella produzione nelle costruzioni del 13% e una diminuzione del 36% nelle compravendite.Allo stato , l'unica soluzione migliorativa immediata che possa avere un senso è una detrazione maggiore per quei proprietari di abitazioni che pongono sul mercato degli affitti i loro immobili.

giovedì 25 ottobre 2012

POSTE ITALIANE: UN PROBLEMA CHE INTERESSA TUTTI

Dando un occhiata al funzionamento di un ufficio di Poste Italiane in questi anni è stato possibile farsi una idea dello stato di salute dei servizi in Italia. Ciò potrebbe dirsi, in realtà, per ogni amministrazione diffusa capillarmente sul territorio. Guardi le facce della gente, ne percepisci gli umori e capisci se questo Paese ha raggiunto livelli di efficienza decenti.In effetti, stranamente, ad un progresso degli strumenti tecnologici, nelle Poste, non ha corrisposto un miglioramento in tutti i servizi. Ad esempio si lamentano, in generale, eccessive file alle poste stesse e ritardi nel recapito delle lettere. Strano, perchè le Poste erano state privatizzate nel 1998 (trasformazione in SpA). Una SpA all'italiana , ovviamente, in quanto l'azionista unico era ed è il Ministeo dell'Economia. Alcuni punti fermi di questa operazione sono comuni a quelli di altri processi simili. Ad esempio la perdita di centomila posti di lavoro.Se ne sono persi nel recapito, parallelamente alle sedi decentrate dello stesso, via via accorpate.Ed è aumentata la distanza da percorrere per molti clienti obbligati a farlo.Certo, gli utili societari sono aumentati ma si sono persi, anche recentemente, altri posti di lavoro ed è stato abolito il recapito al sabato. Peggioramento del servizio quindi (l'oggetto sociale di questa SpA).Nel bancoposta sono aumentati i servizi da fornire a parità di personale ma quest'ultimo non ha sufficiente dotazione tecnologica.La situazione societaria è sana (bilanci in equilibrio) ma le risorse non vengono usate per migliorare le condizioni del servizio.Come detto la riorganizzazione ha proceduto per "ondate" di cui le ultime, quelle da poco preannunciate saranno devastanti.Licenziamento di 12 mila portalettere, chiusura di 1200 uffici minori e razionalizzazione (apertura settimanale ridotta) per altri 600.
I più maligni sostengono che questo processo abbia due obbiettivi: scorporare il Bancoposta "bancarizzandolo" e frazionare, affidandolo a ditte private, il servizio di recapito.
Già in altri settori in cui questi processi sono andati avanti è stato possibile ricavare le controindicazioni che ora ovviamente, per il futuro, sono riproponibili per Poste Italiane. Essenzialmente: la possibilità che quando vi sia un disservizio l'utente non riesca a risalire al responsabile (non per fargli causa ma semplicemente per risolvere in fretta il suo problema perchè è solo ciò che in questi casi gli (ci) interessa). E poi il rischio che una privatizzazione e parcellizzazione spinta non favorisca la concorrenza ma l'instaurarsi di tanti piccoli monopoli territoriali, gestiti in dispregio delle esigenze delle collettività residenti nei territori più sperduti.
Anche se molti sembrano essersene dimenticati, il servizio postale è un bene di pubblica utilità. Un recapito efficiente incide sul benessere psicologico della gente, il bancoposta è uno degli strumenti più utilizzati per il risparmio popolare. Il quale a sua volta è raccolto dalla Cassa Depositi e Prestiti la quale svolge una funzione importante, tra le altre: quella di finanziare gli investimenti infrastrutturali dei Comuni.
La vertenza Poste, quindi, interessa tutti noi perchè sono in gioco beni preziosissimi che, una volta persi, difficilmente riusciremo a recuperare in breve tempo e a costi sostenibili.
Grande solidarietà quindi con le richieste dei lavoratori postali (innanzitutto: basta con i licenziamenti) , richiesta al governo di curare con la massima attenzione (come dovrebbe fare ogni buon proprietario) l'operato del suo management, una riflessione prima o poi da condurre tesa a rivalutare l'utilità del ritorno ad un soggetto pubblico di determinate funzioni, visto che 15 anni di liberalizzazione/privatizzazione hanno dimostrato il fallimento delle teorie sottostanti.
Cercheremo, come Sindacato, di dare anche noi il nostro contributo per il miglioramento di questa situazione, nell'interesse dei lavoratori e della collettività.

venerdì 19 ottobre 2012

INCENTIVI AL LAVORO DELLE DONNE E DEI GIOVANI UNDER 30

I datori di lavoro che stabilizzano, entro il 31 marzo 2013, rapporti di lavoro



possono essere ammessi ad un incentivo pari a € 12.000. Incentivi di



importo minore possono essere riconosciuti a chi instaura, entro il 31 marzo

2013, rapporti di lavoro a tempo determinato. L’incentivo riguarda uomini


con meno di 30 anni o donne di qualunque età. L’incentivo è autorizzato



dall’Inps nei limiti delle risorse appositamente stanziate dal decreto del



ministero del lavoro.

Per il testo del decreto interministeriale, la circolare INPS (con in allegato i modelli occorrenti per la domanda vai su:
http://alasu-agl.blogspot.it/2012/10/incentivi-al-lavoro-delle-donne-e-dei.html

lunedì 15 ottobre 2012

DISABILI. GOVERNO MONTI: "CI SEI?NO, CI FAI.E QUINDI TASSO PURE TE!"



Questa volta i provvedimenti contenuti nel disegno di legge stabilità relativi al mondo della disabilità sono veramente difficili da definire. E i diretti interessati faranno molta fatica, se ci riusciranno, a protestare.Tassati i cani dei ciechi, l'interprete dei sordomuti, le indennità di accompagnamento.
Però, consentiteci, per questa volta sarebbe troppo comodo prendersela con gli estensori di queste proposte.Vorremmo sapere se il governo ha agito avventatamente da solo o se (e sarebbe gravissimo) ci sia stata una consultazione e un via libera da parte di esperti di settore dei partiti di maggioranza.E vorremmo, per favore, stavolta, di questi ultimi, avere nomi e cognomi.E farli confrontare, in TV, davanti a tutti, con i parenti di quelle persone in difficoltà (e con quelli tra loro che possono parlare).Con il simbolo del loro partito ben visibile sulla giacca.Prima delle elezioni.

PENSIONI DI GUERRA, DI INVALIDITA', POLIZZE VITA: MA QUANTO CI COSTI!......

Da oggi verranno tassate anche tutte quelle rendite rimaste finora protette dall'imposizione fiscale. Pensioni di guerra, pensioni di invalidità e polizze sulla vita.In particolare le pensioni di invalidità e di guerra di tutti coloro che possiedono un reddito superiore ai 15.000 euro.Saranno ridotti anche i permessi richiesti per i disabili e per la cura di familiari portatori di handicap.La retribuzione erogata per i 3 giorni subirà un dimezzamento, ad eccezione nel caso in cui il permesso non venga richiesto per far fronte ai bisogni di un figlio o del proprio coniuge. I permessi per i genitori saranno quindi eliminati. Verrà riconosciuto solamente il 50% della giornata lavorativa a quei genitori che per prendersi cura del proprio figlio chiederanno un giorno di permesso. E la famosa riduzione delle imposte? Lo sconto Irpef : avrà un valore non superiore ai 280 euro annui (tutto qui?). L'IVA (aumentata) potrebbe indurre i consumatori a sostenere un costo compreso tra i 273 e i 500 euro. Tutti i beni, ad eccezione di quelli considerati essenziali (e qui ci sarebbe da discutere, ma lasciamo stare), subiranno un incremento dovuto ad un aumento dell'aliquota intermedia e di quella alta.Le famiglie, sopratutto quelle a reddito medio basso subiranno questi incrementi, ma anche le imprese che dovendo praticare prezzi più alti devono ridurre i propri guadagni (e di ciò abbiamo parlato da poco sul sito dell'ALCAMS-AGL).Però non osate lamentarvi! Il Ministro Padoa-Schioppa (pace all'anima sua) ricorderete, ebbe a dire che pagare le tasse è bello. Ringraziamo Monti e la Maggioranza per quanto ci stanno facendo godere!

venerdì 12 ottobre 2012

GRAVE ATTACCO DEL GOVERNO ALLE COOPERATIVE SOCIALI

Aumento dell’IVA dal 4% al 10% per le cooperative sociali che prestano servizi socio – sanitari ed educativi, un provvedimento previsto nella Legge di Stabilità.
Anziché tradursi in maggiori entrate comporterà un disastro sociale perché indurrà maggiori spese per le ASL e i Comuni, riduzione dei servizi che colpirà le categorie più fragili e indifese (disabili, malati terminali, anziani e minori che vivono situazioni di emarginazione sociale e disadattamento) e le loro famiglie che vedranno ridursi i servizi o aumentare i costi.
AGL: Il Governo ritiri questo provvedimento!

lunedì 8 ottobre 2012

SANATORIA-DOCUMENTI PRESENZA-ULTIMO AGGIORNAMENTO MINISTERIALE

Dalle FAQ ministeriali aggiornate:

43.- Può essere considerate documentazione utile ai fini dell’attestazione della presenza del lavoratore straniero sul territorio alla data del 31.12.2011 la seguente documentazione: passaporto munito del timbro di ingresso apposto dalle autorità di frontiera nazionali, documentazione proveniente dalle forze di polizia , provvedimento di espulsione, certificazione medica proveniente da struttura pubblica, certificato di iscrizione scolastica dei figli del lavoratore. Si, la documentazione elencata in domanda, nonché ogni altra documentazione proveniente da organismo pubblico, può essere accolta purchè la data riportata sul documento sia al 31.12.2011 o antecedente a tale data.
44.- Può essere considerata documentazione idonea ai fini della dimostrazione della presenza del lavoratore straniero in Italia alla data del 31.12.2011 il passaporto del lavoratore recante il timbro Schengen di altro Paese UE, apposto nella stessa data o antecedentemente ad essa?
Il passaporto recante il timbro di ingresso nell’area Schengen, apposto dall’autorità di frontiera di uno dei Paesi aderenti a tale accordo, può essere considerato prova valida solo se integrato da documentazione proveniente anche da soggetti che erogano servizi e/o intrattengono relazioni di carattere pubblico in una più ampia accezione, ma comunque attestante la presenza sul territorio nazionale in una data successiva a quella di ingresso in area Schengen e comunque non successiva al 31.12.2011

45.- Può essere considerata documentazione idonea ai fini della dimostrazione della presenza del lavoratore straniero in Italia alla data del 31.12.2011 documentazione rilasciata da rappresentanze diplomatiche o consolari straniere con sede in Italia?
Possono ricomprendersi tra le prove documentali valide gli atti provenienti da Ambasciate o Consolati del Paese di origine del lavoratore rilasciati in Italia entro il 31.12.2011 (es. passaporti, ricevuta di richiesta di rilascio/ rinnovo del passaporto, certificazione di vario genere).

46.-Può essere considerata documentazione idonea ai fini della dimostrazione della presenza del lavoratore straniero in Italia alla data del 31.12.2011 la documentazione proveniente da Enti esercenti pubblici servizi?
Possono essere considerate prove documentali valide la documentazione rilasciata al cittadino straniero, entro il 31.12.2011, da Enti quali ad esempio: Aziende municipalizzate di gestione del trasporto pubblico locale (es. tessere di abbonamento nominative, sanzioni etc); Aziende di erogazione di servizi pubblici quali elettricità, gas, telefonia fissa e/o mobile etc (es. contratti nominativi stipulati dallo straniero con le aziende di erogazione dei suddetti servizi).

47.-Può essere considerata documentazione idonea ai fini della dimostrazione della presenza del lavoratore straniero in Italia alla data del 31.12.2011 la documentazione relativa a servizi erogati da Poste Italiane S.p.A.?
Può essere considerata valida la documentazione relativa a servizi erogati da Poste Italiane S.p.A. purché dalla stessa possa essere individuata in modo certo l’identità del soggetto interessato e tale documentazione sia stata rilasciata entro il 31.12.2011 (es.apertura libretti di risparmio, richiesta di rilascio postepay etc.).

48.-Può essere considerata documentazione idonea ai fini della dimostrazione della presenza del lavoratore straniero in Italia alla data del 31.12.2011 un biglietto aereo nominativo di compagnia aerea anche non italiana?
Si, ma solo se sul passaporto del cittadino straniero sia stato apposto il timbro di ingresso della polizia di frontiera di un Paese firmatario dell’accordo di Schengen.

49.-Può essere considerata documentazione idonea ai fini della dimostrazione della presenza del lavoratore straniero in Italia alla data del 31.12.2011 una ricevuta nominativa di invio o ricevimento di denaro effettuato attraverso istituti bancari e/o agenzie di Money transfer?
Si, tale documentazione è da considerarsi valida in quanto si tratta di operazioni registrate e soggette a controllo pubblico, purché eseguite attraverso istituti bancari, Poste italiane o primari operatori del settore accreditati e iscritti in albi o elenchi ufficiali tenuti dalla Banca d’Italia o dalle banche centrali europee o sottoposti alla vigilanza delle stesse

SCANDALO COOPERATIVE EDILIZIE LAZIO E VIGILANZA STATALE

dal sito:
http://www.regione.lazio.it/rl_consumatore/?vw=newsDettaglio&id=358

"""""""""""CASA/BUONTEMPO, A MAGISTRATURA DOSSIER SU COOPERATIVE EDILIZIE

04/10/2012 - "In Regione Lazio ho scoperto situazioni scandalose nel settore dell'edilizia sociale, con imprenditori e cooperative che hanno ricevuto risorse economiche, anche nella misura del cento per cento, per costruire abitazioni che poi hanno affittato a prezzi di mercato, facendo leva su convenzioni sbagliate stipulate con i Comuni. I costruttori e le cooperative hanno guadagnato tre, quattro, otto volte di più, mentre i cittadini sono stati massacrati. Nei prossimi giorni fornirò alla magistratura un dettagliato dossier al riguardo". Lo ha detto l'assessore alle Politiche per la casa della Regione Lazio, Teodoro Buontempo, a margine del convegno "Regione Lazio, un patto sociale per la casa". L'incontro, organizzato dal presidente dell'Ater della Provincia di Roma, Massimo Cacciotti, si è svolto questa mattina a Carpineto Romano e ha riunito i vertici delle sette aziende di edilizia residenziale pubblica del Lazio. Presente anche il presidente nazionale di Federcasa, Emidio Ettore Isacchini. Nel corso del suo intervento, Buontempo ha poi sottolineato che "le Ater non avrebbero dovuto pagare l'Imu, una tassa iniqua e assolutamente dannosa per le aziende che si occupano di edilizia pubblica". "Che cosa avrebbero fatto lo Stato e i Comuni, nel caso di una disobbedienza collettiva? - si è chiesto Buontempo - avrebbero sequestrato gli immobili Ater? Forse - ha concluso - per alcune Ater sarebbe stato un bene, perché poi lo Stato avrebbe dovuto provvedere direttamente alla manutenzione degli immobili".""""""""""
ALP-AGL ISPETTORI DI SOCIETA' COOPERATIVE:
La vigilanza sulle società cooperative, anche su quelle di edilizia abitazione, è stata competenza fino al 2001 del Ministero del Lavoro, poi del Ministero dello Sviluppo Economico.Chi legge sa della situazione disastrosa, dal punto di vista della mutualità, in cui si trovano queste imprese.
Se la legge venisse rispettata, ogni anno alla porta di ogni cooperativa edilizia iscritta all'Albo Nazionale Cooperative Edilizie presso il Ministero dello Sviluppo Economico (le sole che possono legittimamente godere di finanziamenti pubblici) dovrebbe bussare un ispettore di cooperative ministeriale il quale avrebbe il compito di verificare, in maniera approfondita, che non trattasi di cooperativa spuria (=fasulla) bensì meritevole di agevolazioni.E in caso negativo di diffidarla e di proporne il commissariamento. E di fare le segnalazioni agli altri Organi di vigilanza. Capillarmente. Prima che sia troppo tardi, prima che le famiglie finiscano sul lastrico.
Questa frequenza annuale non è mai stata rispettata perchè da anni il Ministero del Lavoro (cui appartengono ancora per lo più gli ispettori che al di fuori dell'orario di servizio, su incarico del MISE, svolgono questa attività) non facilita questi funzionari e non concede loro, in caso lo volessero, di transitare nei ruoli del Ministero dello Sviluppo Economico occupandosi solo di cooperative . Addirittura il direttore generale del personale del ministero del lavoro da anni si rifiuta perfino di incontrare i sindacati su questo argomento. Preferisce evidentemente occuparsi di buoni pasto. D'altro canto, la reazione a questo atteggiamento del direttore generale degli enti cooperativi del MISE è blanda e inconsistente.
Ci appelliamo pertanto al Presidente Monti, al Ministro Patroni Griffi, ai Ministri Fornero e Passera affinchè questa situazione sia risolta una volta per tutte, intervenendo su quei dirigenti un pò distratti, mettendo in condizione la vigilanza sulle cooperative esercitata dallo Stato di compiere il suo dovere. Perchè la casa è un argomento su cui anche gli italiani più buoni possono perdere la pazienza: E questa situazione non riguarda solo il Lazio.

giovedì 4 ottobre 2012

LA BEFFA DEL FONDO PER L'ACCESSO AL MUTUO DELLE GIOVANI COPPIE

Continuano le difficoltà di accesso al credito per l'acquisto della prima casa, in particolare per le giovani coppie.Da circa un anno è operativo un "Fondo per l'accesso al credito per l'acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie coniugate o dei nuclei familiari anche monogenitoriali con figli minori"". (http://www.diamoglifuturo.it/fondo-casa )
Sono disponibili 50 milioni di euro affinché le giovani coppie possano comprarsi la prima casa, ma ne sono stati utilizzati pochissimi (meno del 5%) perchè, sembra, le banche non informano i giovani che vanno a chiedere mutui di questa opportunità. Sembra addirittura che gli impiegati agli sportelli bancari neppure sappiano di questa offerta. A chi si è permesso di contestare tale situazione, l'ABI ha risposto che le banche non concedono i mutui ai giovani per tutelarli perché avendo lavori spesso precari, se si trovassero nella situazione di non poter rimborsare le rate sarebbe peggio per loro. Ma il sospetto è un altro, che le banche non ci guadagnino abbastanza. Se il Governo vuole fare qualcosa di concreto per i giovani inizi da qui.

venerdì 21 settembre 2012

AMIANTO QUESTIONE IRRISOLTA. E NESSUNO SE NE OCCUPA PIU'

LA MAPPA DELL'AMIANTO IN ITALIA



Incredibile a dirsi ma ancora in Italia quella dell'amianto è una questione irrisolta e, per di più, lontana dai riflettori. Il problema è tanto più grave nelle regioni (qui sopra ve ne forniamo la mappa) in cui stata è consistente in passato la presenza di aziende che ne facevano utilizzo. Tale rischio permane alto, in ragione della considerevole presenza e diffusione in quantità pericolose nei luoghi di lavoro e nelle lavorazioni, nelle abitazioni e nelle strutture pubbliche e private. Una realtà rimossa dalle istituzioni, spesso sconosciuta e sottovalutata dagli stessi cittadini non informati adeguatamente .La legge 257/92 , oltre a vietare l'uso dell'amianto e ad imporne lo smaltimento, delegava alle Regioni la definizione dei piani di bonifica e la loro realizzazione. In maniera scandalosa le previsioni di tutela previdenziale della legge sono state artatamente depotenziate ,privando i lavoratori esposti del beneficio dell'uscita anticipata dal mondo del lavoro. E' urgentissimo riprendere sul territorio l'opera di rimozione e smaltimento dell'amianto, vigilando in modo diffuso per verificare che ciò avvenga una volta per tutte. Occorre sensibilizzare, informare e prevenire il rischio amianto, verificare l'applicazione delle leggi con il monitoraggio della situazione attuale e soprattutto riproporre l'effettiva tutela dal punto di vista sanitario di coloro che in passato sono stati inconsapevolmente soggetti alle conseguenze devastanti dell'esposizione professionale, della manipolazione, dell'uso e dell'inalazione dell'amianto e di quanti lo sono tuttora.

martedì 18 settembre 2012

CARTELLE ESATTORIALI : SONO "INESISTENTI" LE NOTIFICHE EFFETTUATE DIRETTAMENTE DA EQUITALIA A MEZZO POSTA

Le cartelle di pagamento notificate da Equitalia a mezzo posta senza l’intervento di un intermediario abilitato risultano essere illegittime; difatti la notifica cosi’ effettuata non risulta nulla, ma bensi’ inesistente, determinando come conseguenza l’inesistenza della cartella esattoriale.
Tale principio è stato recentemente ribadito dalla Commissione tributaria provinciale di Campobasso con la sentenza n. 133/2012 e dal giudice di pace di Genova sentenza n. 4486/12 , le quali seguono le sentenze della CTP Lombardia n. 61/22/10, CTP Lecce n. 909/5/09 e del Tribunale di Rossano 8/1/2008.
Sono pertanto illegittime le notifiche eseguite a mezzo del servizio postale direttamente e non tramite agente abilitato.

venerdì 14 settembre 2012

REGOLARIZZAZIONE EXTRACOMUNITARI : I COSTI PER IL DATORE DI LAVORO, L'ULTIMA CIRCOLARE DEL MIN.INTERNO, LE ISTRUZIONI PER COMPILARE LE DOMANDE

Clicca su: http://agl-alleanzageneraledellavoro.blogspot.it/2012/09/regolarizzazione-extracomunitari-i.html

VOGLIAMO IL CONTANTE LIBERO E SENZA LIMITI, COME IN GERMANIA E IN OLANDA

Già da qualche settimana volevamo parlarne e l'articolo di due giorni fa del Prof. Luigi Marco Bassani
(leggi qui: http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=10-09-2012&pdfIndex=72) ce ne dà occasione.

Vorremmo, da parte nostra, aggiungere che sarebbe ora di eliminare, per i lavoratori dipendenti e i pensionati, trattenute dalle buste paga, la figura del sostituto d'imposta e l'obbligo di aprire un conto corrente.
Il motivo è semplice: la pari dignità di ogni cittadino. Non è possibile che per il lavoratore dipendente sussista una presunzione di evasione fiscale e contributiva rispetto a un lavoratore di altro tipo.
Rischio che "salti" il sistema? E' già saltato, per tutti. Quel che è rimasto, per il momento, è una sorta di "ganasce" che uno Stato incapace di colpire i veri evasori, permeabile alla corruzione e governato da una casta di parassiti, ha agganciato a una serie di figure "sfortunate", tra cui , appunto, dipendenti, pensionati e vittime del sistema fiscale e bancario. Perchè tutti gli altri sindacati sono per la sostanziale abolizione del contante (proponendo soglie irrisorie, come i 50,100, 200 o 500 euro),pur sapendo che la limitazione toccherà fondamentalmente i più umili (altrimenti perchè soglie così basse)? Perchè, se analizzate bene, vi accorgerete che gli stessi vivono di una parte dei nostri stipendi e pensioni che arrivano loro sottoforma di contributi per Caf, Patronati, CCNL, Formazione Continua, Enti Bilaterali, di trattenute sindacali, di 5 per mille, di contributi per l'editoria, di stipendi per distacchi sindacali che, nello Stato vengono pagati non dai Sindacati ma dalla Amministrazione. E poichè con licenziamenti e inflazione determinate voci di reddito vanno scomparendo o riducendosi all'osso, da parte nostra non è più possibile, per loro, che noi si sgarri. Vorranno pure l'osso.Dobbiamo spiegarvi perchè chi lavora per la Rai (tra cui chi ha di recente proposto la totale abolizione del contante, Milena Gabanelli che, comunque, continuiamo a considerare una grande giornalista) ha interesse a che non si evada il canone (di cui, con l'occasione, proponiamo l'abolizione)e a che comunque lo Stato, anche accanendosi in maniera ineguale sulla categoria da cui è più facile ricavare entrate, non diminuisca di un euro le stesse?
Quindi, caro Monti, se Lei vuole che tutti concorrano a superare la crisi, faccia in modo che non esistano "figli di un dio minore" costretti a pagare al pari o (più spesso) di più dei più fortunati.Ci dia un pò di fiducia e respiro.Non è certo assegnandoci un mastino per controllarci che noi potremmo ricambiarLa con l'affidamento di cui ha bisogno