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giovedì 14 novembre 2013

UNA PROPOSTA DEL SINDACATO DIRIGENTI DELL'AGL PER FAR FRONTE DA SUBITO ALLE NUOVE POVERTA': OGNI MESE, META' STIPENDIO DEL DIRIGENTE PUBBLICO MESSO A DISPOSIZIONE , VOLONTARIAMENTE, DEI SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI RESIDENZA



E' notizia di oggi: per l'OCSE i dirigenti pubblici italiani sono i più pagati del mondo, quasi il triplo della media.
Nel frattempo diviene sempre più insopportabile i fenomeno degli anziani che non riuscendo ad arrivare alla fine del mese sono costretti a rovistare tra i rifiuti dei mercati rionali e dei supermercati per mettere insieme un misero pasto.
Come già avvenuto da parte di molti calciatori che si sono ridotti lo stipendio per senso di responsabilità in questa tremenda crisi, riteniamo che anche i dirigenti pubblici italiani, non tutti responsabili di queste assurde distorsioni retributive, debbano schierarsi dalla parte del Bene e del Prossimo, dando per primi l'esempio. L'ADIR-AGL, nel continuare ad auspicare la riforma della Pubblica Amministrazione e del sistema pensionistico, certo di non immediata realizzazione, propone per intanto a tutti i dirigenti pubblici italiani, nell'emergenza, di destinare d'ora in poi, volontariamente, ogni mese, ai Servizi Sociali del proprio Comune di residenza, metà del proprio stipendio. Sapranno sicuramente questi Uffici destinare queste prime risorse a chi veramente ne ha più urgente ed immediato bisogno. E chiediamo che il Ministero della Funzione Pubblica renda noto l'elenco di quei dirigenti che vorranno partecipare a questa iniziativa. Quanto ne sarebbe importante il successo, per ridare credibilità alla dirigenza, alla pubblica amministrazione e alla possibilità del nostro Paese di riprendersi!
ADIR-AGL
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“””””””””Ocse:dirigenti Pa Italia più pagati,quasi triplo media

solo per 28% cittadini fiducia in governo

14 novembre, 14:21
I senior manager della pubblica amministrazione centrale italiana sono i più pagati dell'area Ocse, con uno stipendio medio di 650 mila dollari, oltre 250 mila in più dei secondi classificati (i neozelandesi con 397 mila dollari) e quasi il triplo della media Ocse (232 mila dollari). Lo rileva l'Ocse, con dati aggiornati al 2011. In Francia, un dirigente dello stesso livello guadagna in media 260 mila dollari all'anno, in Germania 231 mila e in Gran Bretagna 348 mila. Negli Stati Uniti, la retribuzione media è di 275 mila dollari.
(...)”””””””””
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Se la pensione non basta la spesa si fa tra i rifiuti

Maria Sorbi - Mer, 13/11/2013 - 07:14
“””””””Arriva mentre il mercato sta per sbaraccare, attorno alle due del pomeriggio. Tanto la merce sui banchi non gli interessa, è troppo cara. Lui va in cerca degli scarti tra i cumuli di cassette di legno gettate negli angoli.
E lì trova sempre qualcosa: cespi di insalata ancora buona, resti di cavoli e carciofi, qualche finocchio malconcio ma, tutto sommato, mangiabile. Basta non fare troppo gli schizzinosi e la spesa è fatta.
Così, al mercato-bene di via Cesariano, a pochi passi dall'Arena, fa provviste un anziano, habitué della zona. Non è un barbone, né uno che vive di stenti per la strada. È semplicemente uno a cui la pensione non basta, uno che tira a campare. E allora eccolo attraversare la doppia corsia di via Melzi d'Eril con la sua busta della spesa già usata e ripiegata chissà quante volte. La porta, ancora vuota, dietro la schiena, va di buon passo sulle sue Adidas con la para, si guarda attorno e un po' dissimula l'imbarazzo per la missione settimanale tra le bancarelle. Poi si china, fruga con pazienza tra gli scarti e scova frutta e verdura.
Nel frattempo gli ambulanti smontano i loro tendoni. «Non immagina quanta gente così c'è» commenta una venditrice mentre ritira le cassette di cachi ancora intonsi snobbati dalle sciure del quartiere. A sentire i fruttivendoli dietro alle bilance, sono parecchie le persone che vanno a fare la spesa tra i cumuli di rifiuti del mercato. Quelli dove nemmeno i cani chic dell'isolato si fermano a nasare qualcosa da addentare. Andrea e suo padre, che da una vita hanno un banco di primizie in via Cesariano, per risparmiare a tanta povera gente l'umiliazione di chinarsi a cercare qualche foglia di insalata di scarto, alla fine della giornata preparano un po' di sacchettini di verdura di seconda scelta o rimasta invenduta e li regalano a chi non può. «Guardi che anche le signore di un certo livello hanno dimezzato la spesa, mica soli i poveretti» commentano gli ambulanti. Insomma, prima le famiglie mandavano le colf a riempire sacchi di frutta esotica e verdure selezionatissime, ora hanno ridotto quantità e qualità.
«Lavoro in questo mercato da oltre dieci anni - conferma all'angolo un venditore mentre sistema i sacchi di noci - e devo ammettere che è un disastro. Non solo nell'ultimo anno le vendite sono calate ma ci sono sempre più persone, soprattutto anziani, che ci chiedono roba ammaccata pur di pagare meno. O che vanno a cercare tra le cassette da gettare via».
Questo accade in un mercato del centro. Ma le stesse scene si vedono ovunque: a Papiniano e, motivo in più, nei mercati di periferia. Idem all'Ortomercato il sabato mattina. A darcene conferma è Ketty Capra, in rappresentanza degli ortofrutticoli. «Ormai tra gli scarti non frugano più solo stranieri e barboni - racconta - ma anche persone che non diresti mai e tanti anziani. Spesso le famiglie, soprattutto alla fine del mese, ci chiedono se avanziamo qualcosa o se abbiamo roba di scarsa qualità per risparmiare un po'». La seconda scelta insomma è diventata merce preziosa. Tanto che anche gli ambulanti che vanno a rifornirsi in via Lombroso la comprano in quantità molto maggiori rispetto al passato. È una regola del mercato: l'offerta segue la crescita della domanda. “””””””””

sabato 21 settembre 2013

venerdì 23 agosto 2013

IL VERMINAIO DELLE COOPERATIVE

GRAZIE AGLI ISPETTORI DI COOPERATIVE MINISTERIALI FATTA LUCE SU UNA REALTA' SCONVOLGENTE NEL MONDO COOPERATIVO TOSCANO. COMPORTAMENTO VERGOGNOSO DA PARTE DEI BURATTINAI DI UN CERTO “SISTEMA” DI POTERE COOPERATIVO.
PERCHE' I SINDACATI INTERNI DEL MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO , IN TESTA LA CGIL, VOGLIONO INDEBOLIRE LA VIGILANZA PUBBLICA SULLE COOPERATIVE ESPELLENDONE GLI ISPETTORI DI PROVENIENZA MINISTERO DEL LAVORO E AGENZIA DELLE ENTRATE?
PERCHE' LE STESSE FORZE POLITICHE CHE SI SCANDALIZZANO PER QUESTI AVVENIMENTI NON SI ADOPERANO PER TOGLIERE ALLE CENTRALI COOPERATIVE LA POSSIBILITA' DI VIGILARE ORDINARIAMENTE (OGNI 1-2 ANNI) LE LORO STESSE COOPERATIVE ADERENTI? AFFIDANDO TUTTA LA VIGILANZA SOLO ALLO STATO?
PERCHE' , LAGGIU' IN TOSCANA, LA PARTE DEL MINISTERO DEL LAVORO CHE SI OCCUPA DI ISPEZIONI SUL LAVORO NON SI ERA IN QUESTI ANNI ACCORTA DI NULLA?

ALCOOP-AGL lavoratori cooperative
ALP-AGL ispettori di cooperative
ALAI-AGL lavoratori agroindustria
AGL Toscana


I seguenti articoli sono tratti dai citati organi di stampa.




Forteto, esito della relazione degli ispettori





«Sulla cooperativa del Forteto, dagli ispettori ministeriali si rileva una valutazione affine a quella cui siamo giunti con la relazione della Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale tra lesione arbitraria dei diritti di alcuni soci-lavoratori, disparità di trattamento, firme inconsapevoli su operazioni finanziarie, negazione dell’accesso a buste paga e Cud. E i vertici del Pd, così come un pezzo del sistema-Toscana, si ostinano nelle difese ideologiche e d’ufficio tacciando chi cerca di basarsi sui fatti, di fare chiarezza sulla tragica vicenda e quindi di chiedere giustizia di strumentalizzare la vicenda? Ma con che faccia?» A esplodere così è il Consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai che ha presieduto la Commissione regionale d’inchiesta sugli affidamenti che aveva proprio le vicende del Forteto come cartina di tornasole.
Mugnai ha appena letto le conclusioni, ormai rese pubbliche, cui sono giunti gli ispettori e beh, di rilievi sostanziali e importanti a far da presupposto alla richiesta di commissariamento ce ne sono eccome. Invece, solo pochi giorni fa, dal Pd il segretario regionale Ivan Ferruci e quello metropolitano Patrizio Mecacci – che a differenza di parte dei soci aveva potuto leggere nei giorni scorsi la relazione – avevano enfatizzato il passaggio in cui il Forteto viene definito dagli 007 del ministero «solida e fiorente realtà imprenditoriale». Non era che il rigo numero 13 di conclusioni lunghe sei pagine. A pagina 2 iniziano i guai, con gli ispettori che premettono alle loro analisi il «legame imprescindibile» tra cooperativa, associazione e una «comunità ispirata a proprie regole e principi». Il rapporto interno alla cooperativa, rilevano gli ispettori che, nei loro quattro mesi di investigazione, hanno interrogato 18 soci persone fisiche più 1 ex socio, «è sempre stato sostanzialmente basato su incondizionata “fiducia” per arrivare addirittura a una sorta di “affidamento acritico” dei soci nei confronti degli amministratori».
«Tradotto – incalza Mugnai – affidamento acritico nei confronti dei capi della comunità-setta. Quelli che ora sono a processo. Sì perché su un punto va fatta chiarezza: per i vertici della comunità il vero fine è la comunità-setta stessa, la cooperativa è un bene strumentale dal cui controllo discende la possibilità per il sistema Forteto di superare anche questo ulteriore triste capitolo. Motivo in più per considerare il commissariamento e quindi la necessità di scindere il futuro della cooperativa da quello della comunità, il modo più efficace, oltre che giusto, per tutelare azienda e posti di lavoro».

«L’organo amministrativo – si legge poi ancora nella relazione ministeriale – non sembra abbia messo a conoscenza i soci lavoratori (o lo abbia fatto in maniera marginale e superficiale) del contratto di lavoro […] e, cosa assai grave, sembra che alcuni soci abbiano inconsapevolmente sottoscritto strumenti finanziari». Ancora: «I soci lavoratori, indipendentemente dalle mansioni effettivamente svolte, sono tutti inquadrati con lo stesso contratto e in unico livello contributivo», con violazioni giuslavoristi che per le quali gli ispettori si riservano di inviare gli atti agli organi competenti. C’è dell’altro: «L’ente – si legge già a pagina 3 – nega il diritto del socio alla consegna delle buste paga, del Cud e alla corresponsione delle prestazioni straordinarie e festive effettuate». Per non parlare dello scossone seguito alle denunce di natura penale fatte da alcuni soci, i cui contenuti sono oggetto del processo a carico di 23 persone ai vertici del Forteto – compreso il fondatore e ‘profeta’ Rodolfo Fiesoli – che inizierà il prossimo 4 ottobre. «Emerge con chiarezza – si legge a pagina 4 – un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei soci usciti dalla comunità [… che …] appare gratuito e comunque non riconducibile o giustificabile da irregolarità o comportamenti scorretti del socio nell’ambito del normale rapporto associativo o professionale».

Riassumendo, si rileva la «tendenza a confondere le regole ed i principi della “comunità” con il rapporto lavorativo e societario», il che pare aver «condotto gli stessi soci a ritenere “normali” atteggiamenti particolarmente “interferenti” dell’organo amministrativo».

Mugnai è tranchant: «Si tratta delle medesime dinamiche rilevate dalla Commissione regionale d’inchiesta, solo proiettate nell’universo lavorativo. I vertici del Pd comunque su una cosa hanno fatto definitiva chiarezza: il legame a filo che lega il loro partito e la storia del Forteto. Un legame che, evidentemente, è più forte delle sentenze passate in giudicato e di quanto già emerso in questi ultimi mesi; più forte anche della difesa dei diritti fondamentali delle persone e dei lavoratori, della ricerca della verità e dell’esigenza di giustizia delle vittime. Ma è l’ora di finirla, di levarsi i paraocchi. In questa vicenda occorre che tutte le persone di buona volontà, a prescindere dall’appartenenza politica, si mettano dalla parte delle vittime e dei loro diritti calpestati dopo che per trent’anni il Forteto, malgrado fior di sentenze passate in giudicato a carico dei suoi leader, ha rappresentato un punto di riferimento culturale e politico per un pezzo di Toscana. Non dico che sia facile rinunciare a un’utopia, ma le persone ed i loro diritti sono più importanti delle ideologie. Oggi è assolutamente necessario aprire gli occhi».




l documento

Forteto, ecco l'atto d'accusa
contro la cooperativa

Secondo gli ispettori del ministero non venivano consegnate le buste paga ai soci, nè pagati straordinari e festivi




Ecco l’atto di accusa contro la cooperativa Il Forteto: sono le sei pagine con cui i due ispettori del ministero dello Sviluppo Economico, Lorenzo Agostini e Fabio Fibbi, riassumono le anomalie riscontrate nell’azienda vicchiese, che a loro avviso deve essere commissariata. Accuse dure, pesanti, che partono dalle commistioni tra la comunità di Rodolfo Fiesoli e la cooperativa, descrivono le discriminazione verso i soci disobbedienti, individuano varie irregolarità amministrative e finiscono per censurare il regime di affidi di minori messo in atto dalla cooperativa.
Il documento sarà discusso oggi durante l’assemblea dei soci che si terrà al Forteto, prima che il ministero dello Sviluppo Economico decida se ratificare o meno il commissariamento. Al Forteto, scrivono Agostini e Fibbi, tra cooperativa e comunità c’è «un legame imprescindibile» e la «tendenza a confondere le regole e i principi della “comunità” con il rapporto lavorativo e societario della cooperativa». Così, tutto è delegato ai capi e i soci vengono lasciati all’oscuro persino dei propri diritti. «Emblematica, a questo proposito, l’inconsapevolezza riferita da alcuni soci interrogati di aver sottoscritto atti importanti, come ad esempio titoli obbligazionari o altri strumenti finanziari, nella completa ed acritica fiducia nei confronti dei proponenti, senza la reale conoscenza di ciò che stavano sottoscrivendo».
Gli ispettori affermano poi che «l’ente nega il diritto del socio alla consegna delle buste paga dei CUD e alla corresponsione delle prestazioni straordinarie e festive effettuate». Emerge, inoltre, «una sostanziale ignoranza dell’istituto del ristorno (la ridistribuzione ai soci del profitto realizzato dalla cooperativa, ndr), distribuito normalmente al termine di ogni esercizio ai soci lavoratori». Ampio spazio viene dato nella relazione alla discriminazione dei soci fuggiti dalla comunità, ma rimasti a lavorare in cooperativa. «Emerge con chiarezza un atteggiamento discriminatorio nei confronti dei soci che sono usciti dalla “comunità”», affermano gli ispettori, citando casi di demansionamenti e persino la storia di un ex socio che ha testimoniato di aver dovuto lasciare la cooperativa contro la propria volontà, dopo essere stato costretto in «una sorta di isolamento». Agostini e Fibbi spiegano poi che la cooperativa «non appare dotata di strumenti normativi (…)che tutelino e/o garantiscano i diritti di eventuali “ospiti” disadattati e/o minori», in riferimento al fatto che alcuni minori, in passato, non erano stati formalmente affidati a delle coppie, ma alla cooperativa stessa, senza che questa però avesse previsto norme e regolamenti interni ad hoc.
Per tutte queste ragioni, i due ispettori chiedono il commissariamento della cooperativa, perché «detto provvedimento, oltre a sanare almeno alcune delle irregolarità rilevate nel corso dell’ispezione, appare necessario al fine di un ricollocamento dell’ente nell’ambito della propria attività e del proprio scopo». Oggi, durante l’assemblea, il Cda del Forteto esporrà le controdeduzioni da presentare al ministero per sventare l’ipotesi del commissario. Ma ci sarà anche un gruppo di «soci dissidenti», con ogni probabilità minoritario, che presenterà un documento elaborato dal comitato delle vittime del Forteto, dove si afferma la necessità del commissariamento, dopo anni di «innumerevoli soprusi»: «Confidiamo – recita il testo – che la giustizia cominci ad affermarsi anche in ambito civilistico, societario, previdenziale e del lavoro, a fronte delle pluriennali violazioni dei diritti in danno dei soci e dei lavoratori».
Giulio Gori
23 agosto 2013


Forteto: Pd, Coop e cooperative contro il commissariamento ministeriale

Per gli ispettori del ministero dello Sviluppo economico l'azienda di Vicchio va commissariata. Concorde il centrodestra, non il Pd: "Strumentalizzazioni politiche che troviamo inopportune e controproducenti"
redazione20 agosto 2013

Dopo gli abusi, gli scandali, le deposizioni, gli orrori, passando per le minacce e le richieste di lavoro, al Forteto sono è arrivata l’ispezione del ministero dello Sviluppo economico. E la sentenza degli ispettori, inviati lo scorso aprile, su richiesta del Consiglio regionale toscano, si è ben presto trasformato nell’ennesimo caso: gli ispettori hanno chiesto il commissariamento della cooperativa di Vicchio. 
La stessa richiesta di commissariamento era stata avanzata nei mesi scorsi nella relazione finale commissione di inchiesta sulla vicenda Forteto del Consiglio regionale, poi approvata dall’intera Assemblea toscana. La cooperativa così ha deciso di convocare un’assemblea straordinaria dei soci per analizzare il contenuto della relazione e approvare delle controdeduzioni da inviare al Ministero che dovrà esprimersi sul commissariamento. La vicenda Forteto vede il fondatore e ‘guru’ della comunità di Vicchio, Rodolfo Fiesoli, e altre 22 persone, rinviati a giudizio nell’inchiesta sulle violenze sessuali e maltrattamenti, che sarebbero stati inflitti agli ospiti della comunità, tra cui minori in affido. Il processo è convocato il 4 ottobre e tra le parti civili ammesse figurano anche il Comune di Borgo San Lorenzo e la Regione Toscana.
A caldo, il presidente della cooperativa Stefano Morozzi, aveva dichiarato: “Non abbiamo niente da nascondere e non abbiamo niente da temere. I rilievi espressi dagli ispettori saranno esaminati approfonditamente e sicuramente risolti dal nuovo Cda della cooperativa. Si tratta di rilevi che non giustificano una proposta di commissariamento e nemmeno una semplice diffida”. Tra questi la decisione della cooperativa di applicare a tutti i soci lavoratori lo stesso salario, al pari degli altri dipendenti. Per Morozzi “una proposta di tale gravità deve fondarsi su precise rilevazioni oggettive di gravissime violazioni, e non può in alcun modo far semplicemente riferimento ad un generico ‘clima pesante’, che graverebbe attorno alla cooperativa per gli avvenimenti attribuiti a persone non più socie”.

FORTETO: ABUSO COME PRASSI, MINORI COME PREDE

Di diverso parere Stefano Mugnai del Pdl, presidente della commissione di inchiesta del Consiglio regionale: “E’ una richiesta più che plausibile alla luce di quanto appreso in commissione. Un po’ alla volta verrà fatta giustizia su una storia trentennale di abusi, di coperture politiche, di regole non rispettate. Una storia che ancora deve essere raccontata fino in fondo”.

IL COMITATO DELLE VITTIME CHIEDE IL COMMISSARIAMENTO

IL NO DI LEGACOOP E CONFCOOPERATIVE – “Non comprensibile né giustificata la proposta di commissariamento del Forteto”: così Legacoop e Confcooperative all’indomani del vedetto ministeriale. “Occorre tutelare il patrimonio industriale e di lavoro di un’importante realtà agricola e produttiva toscana. I rilievi posti sono di natura amministrativa e di scarsa entità, e possono essere affrontati e gestiti serenamente dall’attuale gruppo dirigente, che è utile ricordare ha segnato un importante elemento di discontinuità rispetto al passato”.

FIESOLI RINVIATO A GIUDIZIO

PD – Ed infine, ieri, sul caso si è espresso il Partito democratico toscano: l’auspicio, hanno sottolineato i segretari regionale, metropolitano fiorentino e mugellano del Pd Ivan Ferrucci, Patrizio Mecacci e Marco Recati, è che il commissariamento “possa essere evitato e che i rilievi posti dagli ispettori possano trovare soluzioni mantenendo l’attuale gestione anche perché' contemporaneamente sono stati messi in luce molti aspetti sulla solidità dell’attività della cooperativa. Dopo la proposta di commissariamento del Forteto – hanno continuato gli esponenti del Pd – abbiamo assistito a nuove strumentalizzazioni politiche del centrodestra che troviamo inopportune e controproducenti perché è una questione che riguarda, è bene ricordarlo, una realtà produttiva importante del nostro territorio, il cui futuro dunque dovrebbe interessare tutti senza distinzioni di appartenenza. La cooperativa del Forteto, tra l’altro, ha fatto scelte importanti riguardanti i propri vertici, muovendosi secondo noi in una giusta direzione”.



venerdì 17 maggio 2013

SOSPENSIONE MA NON SOPPRESSIONE DELL'IMU: JUST AN ILLUSION

L'AGL valuta come pasticciata e inefficace la sospensione dell'IMU. Noi eravamo (e siamo) per l'eliminazione e la restituzione della stessa. Contrariamente a quanto affermato da tanti ideologhi schierati, riteniamo che le imposte non debbano avere valenza punitiva (penalizzare in maniera fine a se stessa le ricchezze accumulate) ma essere modulate in maniera da creare la combinazione più credibile affinchè alla fine della fiera, il risultato sia maggior reddito prodotto e ricchezza generata.
Chi sono in Italia i proprietari di quegli immobili di recente sommersi fino al collo dall'IMU? Fondamentalmente dei risparmiatori (perchè il canale fondamentale del risparmio in Italia è (era?) l'investimento immobiliare).E e quindi, per lo più, lavoratori. Per di più indebitati per i mutui contratti. Quindi cornuti e mazziati. Analoghe perplessità abbiamo sempre avuto per altri due totem spesso evocati sempre dalla stessa corrente di pensiero. Le tasse sulle transazioni finanziarie e quelle sul lusso. Riflettiamoci bene: non cancellano le ingiustizie ma tagliano le gambe a settori che creano lavoro e reddito, dirottando altrove denaro e investimenti. E creando quindi le condizioni per maggiore disoccupazione, alla lunga e bassi stipendi nel breve. E quando si dice che queste risorse andrebbero a finanziare servizi essenziali, si mente sapendo di mentire. Perchè tutti sappiamo che il grosso di esse (anche nei Comuni, indipendentemente dal loro colore politico) va a alimentare la macchina burocratica, le consulenze concesse a amici degli amici e gli appalti inutili. Le famiglie e i più deboli abbandonati sono e tali continueranno ad essere. Non è possibile che nelle Amministrazioni pubbliche si pratichi costantemente la politica dei due tempi: prima i soldi (da divorare) poi riforme, razionalizzazione, dimagrimento, riorganizzazione (mai visti). E' un gigantesco imbroglio che solo una minoranza degli italiani, per il momento è riuscita a cogliere e a trasformare in controproposta politica. Il risparmio va agevolato, non disincentivato (ci risulta che paesi più evoluti del nostro stiano facendo proprio il contrario del governissimo) E poi una domanda: se voi foste tra i proprietari di immobili interessati, come reagireste a questo salto nel buio della sospensione (e non della soppressione) dell'IMU? Avreste le idee più o meno chiare sulle vostre prospettive di risparmio, sul destino dei vostri soldi, sull'opportunità o meno di consumare di più? Vogliamo dire che, agendo in tal maniera, il governo non ha messo di fatto più saldi nelle tasche degli italiani , da dirottare in più consumi, ma ha congelato a tempo indeterminato e incerto quelli che pensiamo siano ancora soldi nella nostra disponibilità. E soprattutto non ci ha rassicurato su che fine farà il risparmio in immobili. Come faremo a stupirci se a breve constateremo fenomeni evasivi tesi a salvare il salvabile da parte del contribuente-risparmiatore?

mercoledì 24 aprile 2013

POSTE ITALIANE: EMERGENZA RECAPITO

(di Yasmina )

In base alle norme vigenti cui deve attenersi Poste Italiane SpA – ma ciò accade in tutto il mondo – il postino , per consegnare una raccomandata, deve suonare al citofono. Se il destinatario non risponde, deve lasciare un avviso. Ma prima di lasciarlo, deve assicurarsi che la persona non ci sia effettivamente. E se accade che nello stesso condominio non siano presenti in quel momento diverse persone? Oppure che qualcuno non sia in grado di rispondere perchè malato o handicappato? Ebbene, il postino dovrebbe caso per caso salire e consegnare la raccomandata alla porta. Ma la maggior parte di essi non lo fa. Si riempiono gli atri dei palazzi di avvisi che ben presto si trasformano in carta straccia e finiscono nella spazzatura. E questo è un grave disservizio che procura danni economici e morali.
La colpa ovviamente non è dei postini ma di chi li dirige e dell'Azienda.La quale ha sempre più problemi. E non solo nella fase della consegna.
Dagli organi di stampa emergono i continui disagi causati da ricorrenti problemi gestionali dell’azienda Poste italiane S.P.A.
In Italia non tutti gli sportelli operano a servizio del pubblico, anzi alcuni di essi restano chiusi, creando non pochi disagi agli utenti, costretti ad estenuanti file per il pagamento di una semplice bolletta. La mancanza di sportelli a causa della carenza di personale, risulta essere solo una delle anomalie , che - sommata a tante altre - sta agitando i cittadini costretti ad adeguarsi agli sportelli naturalmente con spirito di rassegnazione e sopportazione.
Rimpiangiamo tutti gli anni in cui le Poste erano un Ente Pubblico e si occupava del suo compito: la consegna della posta e non , come accade ora in prevalenza, di servizi finanziari. Il problema della riorganizzazione degli uffici postali sta mettendo in crisi le famiglie di lavoratori e pensionati a causa delle attese interminabili per poter effettuare il pagamento di un conto corrente, per poter ritirare la pensione e per qualsiasi altra operazione postale, poiché tutti i servizi vengono erogati da pochissimi sportelli.
La difficoltà, nell’usufruire dei servizi postali ,diventa insostenibile ed è palese il fatto che il personale addetto agli sportelli, pur prodigandosi, è assolutamente carente rispetto ai compiti che è chiamato a svolgere.Siamo di fronte a un depauperamento dei servizi minimi essenziali , grave, perché incide su utenti per lo più anziani , malati, handicappati.
E' uno stillicidio di segnalazioni. L'ultima, quella di oggi: Foggia sepolta dalle raccomandate (clicca sul seguente link:http://foggia.ilquotidianoitaliano.it/dalla-provincia/2013/04/news/foggia-sepolta-da-raccomandate-poste-italiane-apra-nuovi-uffici-23067.html/ ).
Speriamo che il nuovo Governo che si sta formando assegni la giusta attenzione a questi fattori di disagio, che riguardano tutto il Paese, e che abbia il coraggio di bloccare immediatamente processi di ristrutturazione e riorganizzazione scellerati evidentemente orientati da interessi privatistici molto distanti da quello pubblico di garantire il buon funzionamento al servizio essenziale del recapito della posta.

YASMINA 

domenica 17 marzo 2013

L'ANCI HA RAGIONE: SBLOCCHIAMO I PICCOLI CANTIERI

In Italia 20.000 cantieri sono fermi per colpa del patto di stabilità interno.Nove miliardi di euro fermi che se sbloccati potrebbero aiutare i consumi delle famiglie e la salute delle imprese.
Ci associamo all'appello dell'ANCI Associazione dei Comuni Italiani. I Comuni sono pronti a sforare il patto di stabilità. L'Anci farà una manifestazione il 21 marzo a Roma per protestare contro il Patto di stabilità interno . L'AGL aderisce a tale iniziativa che punta ad ottenere una deroga una tantum a livello europeo visto che abbiamo un avanzo primario tra i migliori dei paesi europei. Dunque, un rinvio del pareggio di bilancio.


domenica 10 marzo 2013

MILANO: 5 MILA LE CASE SFITTE ALER, 3000 QUELLE COMUNALI. MA QUANTE QUELLE OCCUPATE ABUSIVAMENTE?

Anche l'AIAM-AGL , Federazione Inquilini , Assegnatari e Mutuatari aderente alla confederazione AGL sollecita il Governatore Maroni e il Sindaco Pisapia ad affrontare prioritariamente la grave questione degli alloggi sfitti, a Milano, richiamando tutte le forze politiche e sociali ad una unità di intenti nell'affrontare sollecitamente l'emergenza abitativa di migliaia di famiglie, molte delle quali, in crisi, sono incappate in sfratti per involontaria morosità. Appare altresì urgente, per motivi di trasparenza e di rispetto della legalità, per evitare un pericoloso scollamento tra istanze delle famiglie bisognose e istituzioni, fare una volta per tutte chiarezza sull'annosa questione delle case sfitte occupate abusivamente, censendo le stesse e intervenendo in maniera graduale, accorta ma decisa, distinguendo tra situazioni di effettivo e urgente bisogno, magari non emerso per ritardi burocratici e quelle di ingiusta prevaricazione. Ed evitando discriminazioni tra famiglie rimaste in silenzio ed altre che hanno ritenuto opportuno tutelare i propri interessi attraverso movimenti di varia natura i quali se hanno il merito di aver posto all'attenzione dell'opinione pubblica situazioni emergenziali che altrimenti sarebbero rimaste sconosciute saranno sicuramente i primi a desiderare che ogni cittadino acceda all'alloggio sociale in base al suo effettivo stato di bisogno.

EMERGENZA SANITARIA PER I PRODOTTI ALIMENTARI: ATTENZIONE ALLA CONTRAFFAZIONE (ANCHE DEI NOSTRI CERVELLI)

Tutti abbiamo seguito il succedersi di notizie inquietanti emerse per l'essenziale opera di controllo svolta dai NAS dei Carabinieri, che non finiremo mai di ringraziare. Ci auguriamo che l'allarme sociale che si sta diffondendo non si spenga magari per il sopraggiungere di eventi di più alta risonanza nell'ambito della cronaca nera ma produca una buona volta dei cambiamenti concreti. Innanzitutto: non è più possibile che dei criminali che avariano e mettono in commercio cibo pericoloso se la cavino con semplici sanzioni amministrative. Occorre che sia la giustizia penale ad occuparsene, con pene severissime e certe nell'esecuzione. E poi, in caso di flagranza, occorre immediatamente che vengano resi pubblici nomi, cognomi, marchi e ditte coinvolte. Solo così nelle aziende private verrebbe elevato ai massimi livelli il sistema dei controlli interni. Ma non basta, perchè altrimenti, come sempre avviene in Italia, sarebbero solo i lavoratori del settore a pagare. Occorre che gli imprenditori che si macchino di comportamenti così gravi abbiano il patrimonio sequestrato e siano espulsi dal settore, non potendosi più occupare da quel momento di settore alimentare. E poi diciamoci la verità: ognuno di noi sa che questo sistema di etichettatura è fallito. Pensare di poter scoprire il pericolo attraverso la lettura dell'etichetta è come immaginare che i criminali vadano in giro auto etichettandosi come tali. E' ovvio che il contenuto , se non a norma, sarà sempre collegato a etichette fasulle, indipendentemente dall'Europa, le cui multinazionali purtroppo hanno nel settore precisi interessi che le stesse sanno ottimamente tutelare. Sul controllo ex post siamo tranquilli. I NAS sanno come intervenire. Ciò che preoccupa è la prevenzione da parte dei consumatori, dei lavoratori e delle imprese oneste. Occorre adottare misure straordinarie come ad esempio, l'illicenziabilità, la protezione e premi in denaro a quei lavoratori che nel processo produttivo vengano a conoscenza di illeciti nella preparazione degli alimenti e abbiano paura a denunciarli. E' inutile parlare di rapporto di fiducia tra chi vende e chi compra. I supermercati hanno una ragion d'essere oggettiva nella efficienza e nella convenienza ma sono delle SpA e quindi impersonali. Il vecchio generi alimentari ormai svolge un ruolo di nicchia, servendo solo chi se lo può permettere, dati i prezzi.E' vero, la crisi economica ha indotto un abbassamento dei consumi a livello bellico e questo provoca una guerra sui prezzi. Ma la soluzione non è quella di demonizzare chi pratica un prezzo più basso (attenzione, sono gli stessi supermercati a farlo, vendendo prodotti con la loro etichetta) ma semmai costringere chi pratica tali prezzi stracciati a oneri informativi maggiori, anche oltre l'etichetta (pensiamo a quanto già fa una nota rete di fast food Usa presente massicciamente in Italia) . Un'altra misura importante sarebbe quella della partecipazione di tutti i consumatori a un opera informativa diffusa e in rete (meglio se organizzata e gestita dagli stessi NAS) su ogni anomalia registrata in sede di acquisto. Quante volte abbiamo acquistato un prodotto apparentemente di marca e sicuro e abbiamo accusato dei disturbi, anche se lievi? Così come si è educato alla raccolta differenziata, abituiamo la gente alla denuncia diffusa di tutto quanto è anomalo, facendo conservare le confezioni sospette. Non illudiamoci. Finchè ci sarà la crisi comunque il consumatore sarà propenso a comprare il cibo a un prezzo minore rischiando.E poi, così come in azienda esiste un responsabile della sicurezza sul lavoro che risponde di quanto accada, esiste, nelle aziende alimentari, una persona fisica , con nome e cognome, responsabile della genuinità degli alimenti e a cui siano dati i poteri di controllo tali da poter svolgere effettivamente il proprio compito?E che sia immediatamente interpellabile dai Carabinieri e dalla Magistratura?
Altro che le sciocchezze relative al comprare solo italiano o a fidarsi dell'etichettatura, della data di scadenza, della provenienza, del luogo di confezionamento o del marchio dop e igp. E' una vergogna che, in una occasione in cui si parla della vita umana, delle aziende o delle associazioni datoriali non trovino di meglio che farsi una pubblicità occulta: un vero e proprio sciacallaggio.
Passando dal piano dei consumi a quello politico, è evidente che molto debba essere rivisto relativamente a quanto i governi fanno a favore del settore agroalimentare e di quello agricolo, di cui ben conosciamo la potenzialità occupazionale e nell'export. Non vorremmo però che una classe imprenditoriale italiana incapace a tenere il passo con il nuovo e desiderosa di non affrontare questioni che attengono alla condizione dei lavoratori, ci trascinasse in una assurda guerra su base europea, facendoci credere che dietro tutti i problemi del settore vi sia solo una volontà di annessione e conquista da parte delle potenze europee del settore e non invece una inadeguatezza e una selezione naturale tra aziende e sistemi paese che nello stesso continente hanno differenti capacità di competere. Lotta alla contraffazione alimentare quindi ma anche allo sfruttamento dei lavoratori italiani e immigrati, ai bassi salari e alla mistificazioni del mondo dell'informazione indotte dal vecchio capitalismo agrario italico e dai suoi servi politici e sindacali.

domenica 3 marzo 2013

RAPPORTO IMPRESE/FAMIGLIE/BANCHE: RISPETTO PER I SUICIDI MA NON ARRENDIAMOCI

Quasi tutti individuano nel rapporto tra banche e imprese il punto di massima tensione in questa lunga fase di crisi finanziaria internazionale e recessione. Chi ha buona memoria però sa che il problema è di lunga data e mai risolto. Soprattutto in Italia possiamo sicuramente individuare un ritardo ancora più grave che altrove. I piccoli imprenditori (e i loro dipendenti, di riflesso) , lo dicono i dati, sono coloro completamente avvinghiati da questo mostro che oggi è rappresentato dal sistema creditizio. Sono crollati i finanziamenti alle aziende e quelle tra loro che ancora non hanno chiuso e riescono a pagare i loro dipendenti addirittura erogano i già magri stipendi a rate. E la stessa vita di molte aziende è messa in discussione da insolvenze e sofferenze. Prima ancora dello tsunami di Grillo è quello dei protesti che sta sommergendo l'Italia. Un taglio senza precedenti dei finanziamenti a medio termine delle imprese e dei finanziamenti alle famiglie, la diminuzione dei mutui, del mercato immobiliare e del settore edilizio (ad opera della maledizione chiamata IMU) nonché del credito al consumo, fa dire agli osservatori che è la poca liquidità il tratto caratterizzante l'attuale situazione. A fronte del dato in controtendenza dell'aumento dei prestiti bancari alla Pubblica Amministrazione (evidentemente più temuta dal sistema bancario) è l'aumento dei tempi di pagamento quello che ha strangolato le imprese. E per di più il disagio è maggiore nelle zone del Paese meno sviluppate economicamente.
Fin qui i comportamenti “macro”. Che tuttavia , nella realtà quotidiana di molti piccoli imprenditori, sfociano in drammi e tragedie. E' da mesi uno stillicidio di morti da usura e anatocismo bancario. E' una tipica guerra impari tra una potenza atomica da una parte (il potere bancario che mette al primo posto il proprio tornaconto e interesse, che conta potenti connivenze nello Stato, nelle istituzioni, nei CdA delle aziende ) e i comuni cittadini, schiacciati come formiche e debolmente tutelati da blande associazioni datoriali che fanno finta di non vedere o si sentono improvvisamente impotenti di fronte a questi attacchi . E intanto muoiono imprenditori, lavoratori, chiudono aziende, famiglie finiscono sul lastrico e, facendo terra bruciata del settore produttivo, si uccidono sul nascere le prospettive di ripresa del nostro Paese. Noi dell'AGL abbiamo scelto di combatterla, invece, questa guerra e di vincerla, stipulando, sin dalla nostra nascita, una convenzione con società che attraverso potenti software sono in grado di individuare con precisione anomalie (anatocismo e usura, illeciti civili e penali) nel comportamento delle banche e a quantificare quanto l'imprenditore potrebbe recuperare, cercando di raggiungere l'obbiettivo attraverso una strategia personalizzata tesa a scongiurare il ricorso a una giustizia ancora troppo lenta e costosa, valorizzando i mezzi di pacifica risoluzione delle controversie tra privati. Per sapere come percorrere questa possibilità, basta consultare le istruzioni e i riferimenti già presenti nei nostri siti e contattarci. Non ci risulta che altri sindacati stiano facendo cose altrettanto concrete. Titoloni quando muore suicida un imprenditore o un lavoratore, quando in una famiglia scoppia una tragedia ma poco o nulla per prevenire tutto ciò. E' triste che in un paese che si dice civile esistano ancora questi diffusi comportamenti di sottomissione da parte di forze sociali, alternative e antagoniste solo a parole, al potere economico. Prima o poi un tale problema potrebbe toccare ognuno di noi. Meglio combattere, prima che sia troppo tardi.

domenica 24 febbraio 2013

REDDITOMETRO BOCCIATO: EVVIVA IL PENSIONATO DI POZZUOLI!

Non c'erano riusciti sindacati più o meno rappresentativi a mettere in crisi, su vari temi,esterni e interni, il Dott. Befera e l'Agenzia delle Entrate. L'impresa è riuscita a un pensionato di Pozzuoli (NA) . Il 4 gennaio è partito il redditometro ma il viaggio è durato poco. Un pensionato di Pozzuoli ha fatto causa al Fisco per tutela della Privacy e un giudice del Tribunale di Napoli gli ha dato ragione, vietando il redditometro.Motivo: porta alla soppressione del diritto del contribuente e della sua famiglia a una vita privata.Il giudice inoltre articola una interessante illustrazione delle incongruità dello strumento che non considera le differenze nel costo della vita tra i territori, rischiando di identificare come eccessivamente alto rispetto al reddito un determinato tenore di vita. Ovviamente l'Agenzia delle Entrate ricorrerà, il nuovo governo probabilmente metterà mano allo strumento per calibrarlo meglio, quello che ci domandiamo solamente è: le nove banche dati a cui attingerebbe l'Agenzia delle Entrate , costate al contribuente miliardi e che certo non hanno indotto risparmi , non sarebbe meglio fossero unificate e indirizzate a incrociare meglio i dati degli italiani che non siano (una volta tanto) dipendenti o pensionati? In attesa che la giustizia migliori e che la macchina fiscale venga semplificata, razionalizzata e meglio indirizzata, prendiamo atto che si tratta di un gran giorno per la Libertà e dell'ennesima debacle della P.A. In una delle sue versioni considerate più d'avanguardia (non ci si dica infatti che la colpa sia solo di Monti e Grilli) . Dieci, Cento, Mille Pensionati di Pozzuoli!

domenica 17 febbraio 2013

COSA C'E' DIETRO ALLA POLEMICA SUL “MADE IN ITALY”?

Negli ultimi anni è accaduto che molti mercati italiani siano stati assaltati da oggetti fabbricati apparentemente fuori dal nostro Paese. Gli italiani li hanno osservati, li hanno comprati, provati e spesso continuano a comprarli. Perchè quasi sempre sono prodotti di qualità pari o superiore a quelli made in Italy e, particolare non trascurabile, costano di meno. Spesso questi bassi costi sono possibili per il costo del lavoro che notoriamente in Italia è più alto che altrove (come faremmo infatti se non mantenessimo la nostra cara burocrazia?). Le aziende italiane (imprenditori e lavoratori) sono da allora in difficoltà. Indubbiamente gli effetti per l'economia italiana sono negativi. Vi sono riflessi sul destino di imprese che devono chiudere e sul mantenimento della relativa occupazione. Dove qualcuno ci perde, qualcun altro ci guadagna: il consumatore può acquistare oggetti d'uso a un prezzo più favorevole, venditori stranieri in Italia più o meno clandestini hanno la possibilità di sbarcare il lunario e prosperano gli affari di quegli italiani che forniscono queste merci prodotte all'estero (o in Italia a condizioni da Terzo Mondo) ai venditori stessi.Nella misura in cui certa criminalità organizzata controlla questi traffici, è ovvio che vi sia una sua compartecipazione ai profitti. Chi lavora nelle fabbriche di questi oggetti vive una realtà double-face : da una parte è sfruttato e sottopagato, rispetto agli standard occidentali. Dall'altra ha compiuto un passo avanti sulla strada dell'uscita dalla fame e dalla povertà, perchè, anche se è triste dirlo, avere un lavoro e una magra retreibuzione è sempre meglio che non averlo. Chi si scandalizza per queste affermazioni evidentemente non ha mai provato effettivamente la fame, la povertà, la disperazione.Sottolineamo il particolare che vorremmo non sfuggisse. Non sempre e non più la produzione avviene all'estero ma ciò si verifica anche in Italia. Chi impedisce di farlo? Nessuno, quasi, poiché i controlli non vengono fatti da alcuno, se non , nei limiti del possibile, dalle forze dell'ordine, che non finiremo mai di ringraziare. Sull'operato del resto della PA è meglio che stendiamo un velo pietoso (non certo per colpa degli addetti ma dell'organizzazione che nel pubblico colpisce e penalizza chi vorrebbe lavorare).
Per gestire questa situazione da anni c'è un intenso impegno degli organismi europei e una attività costante delle associazioni imprenditoriali. In verità senza molti risultati. Lo sviluppo , un certo tipo di sviluppo, sia produttivo che commerciale, non lo puoi bloccare con i cartellini, così come è inarrestabile il fenomeno migratorio con impronte digitali o flussi o permessi di soggiorno dati col contagocce.
Ci dispiace per gli imprenditori delusi ma spesso i tarocchi sono quelli prodotti dalle loro italianissime fabbriche (per lucrare sul costo dei materiali) e non da quelle dei poveri sfruttati. Dimenticano poi un particolare: che il consumatore (ma il mondo potremmo dire) è stanco di sopportare il costo derivante dal mantenimento di privilegi da parte del commercio vecchio tipo. Stiano tranquilli che se saranno in grado in futuro di fabbricare prodotti di valore a un prezzo giusto la gente li acquisterà senza andare a vedere il cartellino. E crediamo che la stessa cosa già faccia, per risparmiare, il commerciante che un minuto prima si è lamentato delle chincaglierie cinesi. Così come sua moglie, quando va a fare la spesa. Ciò sempre che si scelga di vivere in una società libera, anche commercialmente. Avete voluto il capitalismo? Bene, lo stesso prevede che quando uno non sia più capace di fare un mestiere, lo cambi. Avete voluto una società liberale, con regole da rispettare per una migliore convivenza? Avete sempre rispettato queste regole?No? La stessa cosa la stanno facendo ora altri abitanti dell'Italia e altri Paesi. Adesso, speriamo, capirete come è fastidioso vivere in un posto dove ognuno, come voi da tanto tempo, fa un po' quello che gli pare! Certo noi non possiamo pagare un paio di scarpe il triplo solo perchè voi possiate mantenere le vostre ville, amanti e macchinone. Quindi andate a produrre in Cina e andate a fare concorrenza ai cinesi, se ci riuscite. Prima o poi verranno in Italia imprenditori e commercianti stranieri più bravi di voi che (senza aiutini) sapranno mettere a frutto quello che nessun Paese al mondo ha: i mestieri e le abilità di tanti lavoratori italiani.

COOPCOSTRUTTORI DI ARGENTA (FE), GIUSTIZIA ATTESA DAL 2003. DELUSIONE PER LE MITI CONDANNE

2003: scoperto un buco da un miliardo di euro nella contabilità della quarta azienda edilizia italiana. 10.000 creditori in difficoltà e 3.000 famiglie rovinate.
Sapevamo che in Italia per avere giustizia occorre tanto tempo. Certo, la giustizia non è vendetta ma, nel caso in cui non sia possibile recuperare i soldi, in questo, come in tutti gli altri casi, un po' di punizione allevia le sofferenze. Ma in Italia non tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Chi è più ricco può pagarsi i migliori avvocati e ha più probabilità se non di farla franca, almeno di limitare i danni. Colpiscono alcuni fatti che da tempo si ripetono in casi come questi che riguardano grandi cooperative affiliate a grandi Centrali.Il nuovo modello di vigilanza pubblica cooperativa, nato, caso vuole, proprio nel 2002 qui sembra essere stato attraversato dalla vicenda come un ectoplasma. Magra consolazione per gli organi ministeriali che anche le tre società di revisione e certificazione dei bilanci (le grandissime cooperative hanno anche questo obbligo aggiuntivo) siano state assolte. Come poteva un ispettore ministeriale in sede straordinaria accorgersi di quanto sfuggito addirittura ai super professionisti della revisione contabile? Però non può finire qui e non può finire così. Per quelle imprese e famiglie coinvolte, le quali entrambe hanno fatto affidamento sul sistema cooperativo non a caso ma perchè pensavano che godendo di agevolazioni fosse adeguatamente vigilato (preventivamente, contestualmente e subito dopo gli interventi) e, dal punto di vista delle famiglie, perchè in Italia (lo dice la Costituzione) le cooperative sono imprese non come tutte le altre ma con la caratteristica di avere una funzione sociale vincolante per la possibilità di godere di benefici e contributi.
In Italia, a seguito delle prossime elezioni, molto probabilmente diverrà Presidente del Consiglio un esponente politico piacentino nato, cresciuto e maturato nel cuore dell'Emilia cooperativa il quale, si dice, abbia nel mondo cooperativo uno dei principali pilastri della propria forza politica ed elettorale. In campagna elettorale tutti i sindacati hanno inviato alle forze politiche una serie di indicazioni programmatiche, chiedendo su di esse l'impegno dei vari partiti facendo intendere di poter garantire un sostegno a chi facesse proprie determinate proposte.
Non ci risulta che nessun altro sindacato, oltre a noi dell'AGL, abbia chiesto al probabile futuro presidente del Consiglio quanto segue: che per evitare che si ripetano drammi come quello della Coopcostruttori di Argenta venga abolita la possibilità che la vigilanza ordinaria annuale o biennale sulle società cooperativa venga demandata alle stesse Centrali cooperative cui quelle cooperative aderiscono e a cui pagano quota associativa e contributi di revisione, oltre a destinare una percentuale del patrimonio residuo ai rispettivi fondi mutualistici. Non vi può più essere coincidenza tra controllore e controllato (la vicenda Banca d'Italia – MPS qualcosa avrà pure insegnato) E che la vigilanza sulle società cooperativa torni tutta e unicamente allo Stato che la eserciti attraverso il Corpo di revisori appositamente abilitati e per i quali venga istituito un albo e ruolo professionale. Che questi revisori e ispettori straordinari vengano aggiornati gratuitamente e intensamente , che tutte le strutture e le risorse della PA vengano messe a loro disposizione a costo zero, che vengano di nuovo istituiti uffici territoriali della vigilanza cooperativa e che in essi vengano impiegati quelle centinaia di revisori oggi in forza al Ministero del Lavoro (ostacolati costantemente dalla Direzione Generale del Personale di quella sfortunata Amministrazione) che possano, se lo vogliano, trasferirsi al Ministero dello Sviluppo Economico. Ciò per garantire il rispetto della frequenza annuale e biennale delle revisioni. E per prevenire, prima che sia necessario, come per la Coopcostruttori, l'intervento “curativo” della Magistratura (benemerita) quando però ormai non ci sia nulla da fare per famiglie e creditori.
Aspettiamo fiduciosi di vedere se chi si professa coraggioso liberalizzatore e nemico delle Lobby abbia, una volta al potere, il fegato di distogliere le Associazioni che lo hanno sempre sostenuto da un mestiere non loro congeniale (quello di controllore di coloro che li finanziano) e di farle concentrare sull'attività più propria di assistenza, tutela e rappresentanza.

AGL Ispettori di Cooperative

domenica 10 febbraio 2013

“ARIDATECE” ROBIN HOOD!

Tassa (relativamente) nuova, storia vecchia. Molti di voi avranno letto della denuncia dell'Authority per l'Energia sulla traslazione, da parte di molte aziende del settore petrolifero, gas, elettricità della Robin Tax a danno delle famiglie: si parla di qualche miliardo di euro, anche se sarà compito della Magistratura (se vorrà attivarsi) fare chiarezza sulle reali cifre dell'imbroglio.Ricorderete che la Robin Tax fu introdotta da Tremonti nel 2008 per finanziare la social card . Non vorremmo che a qualcuno venisse in mente di sbraitare contro l'ennesima congiura della lobby degli anziani contro le nuove generazioni. Scherzi a parte, sembra che questa volta alcune di queste aziende, ponendo rimedio alla riduzione del margine di profitto scaricando sulle famiglie consumatrici aumenti ingiustificati, l'abbiano fatta grossa.Il salasso infatti ammonterebbe a una gran parte del gettisto complessivo della tassa. Le associazioni dei consumatori sono scatenate, preannunciano class action che però, sappiamo, in Italia, causa limiti nella legislazione, non hanno la stessa forza dirompente di quelle intentate nei paesi anglosassoni.E' forte, insomma, la sensazione che quei soldi, con gli interessi legali, quelle famiglie difficilmente li avranno indietro.Ma sorge spontanea una domanda: perchè muoversi sempre quando ormai la frittata è fatta? Perchè la maggioranza che uscirà dalle urne (visto che quelle passate non hanno avuto voglia di farlo – ce ne spieghino il perchè in questa campagna elettorale-) non si deciderà a assegnare all'Authority sull'Energia poteri sanzionatori nei confronti delle aziende non corrette e non solo, come di recente ha affermato il Consiglio di Stato (appositamente interpellato) una mera funzione “notiziale”?C'era bisogno della denuncia (impotente) dell'Authority per sapere che in Italia, in questo campo, molte aziende (soprattutto quelle con maggiori agganci politici, fanno un po' quel che gli pare?

giovedì 3 gennaio 2013

FOTOVOLTAICO: ECCO COME OTTENERE GLI INCENTIVI

Fotovoltaico: ecco come ottenere gli incentivi
L'attenzione all'ambiente richiesta anche dai trattati internazionali ha portato i governi che si sono succeduti negli ultimi anni a incentivare l'installazione di impianti fotovoltaici, questi vengono di anno in anno rinnovati e purtroppo ...
Fonte: Studiocataldi.it
Url: http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_12934.asp