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domenica 17 marzo 2013

L'ANCI HA RAGIONE: SBLOCCHIAMO I PICCOLI CANTIERI

In Italia 20.000 cantieri sono fermi per colpa del patto di stabilità interno.Nove miliardi di euro fermi che se sbloccati potrebbero aiutare i consumi delle famiglie e la salute delle imprese.
Ci associamo all'appello dell'ANCI Associazione dei Comuni Italiani. I Comuni sono pronti a sforare il patto di stabilità. L'Anci farà una manifestazione il 21 marzo a Roma per protestare contro il Patto di stabilità interno . L'AGL aderisce a tale iniziativa che punta ad ottenere una deroga una tantum a livello europeo visto che abbiamo un avanzo primario tra i migliori dei paesi europei. Dunque, un rinvio del pareggio di bilancio.


domenica 10 marzo 2013

MILANO: 5 MILA LE CASE SFITTE ALER, 3000 QUELLE COMUNALI. MA QUANTE QUELLE OCCUPATE ABUSIVAMENTE?

Anche l'AIAM-AGL , Federazione Inquilini , Assegnatari e Mutuatari aderente alla confederazione AGL sollecita il Governatore Maroni e il Sindaco Pisapia ad affrontare prioritariamente la grave questione degli alloggi sfitti, a Milano, richiamando tutte le forze politiche e sociali ad una unità di intenti nell'affrontare sollecitamente l'emergenza abitativa di migliaia di famiglie, molte delle quali, in crisi, sono incappate in sfratti per involontaria morosità. Appare altresì urgente, per motivi di trasparenza e di rispetto della legalità, per evitare un pericoloso scollamento tra istanze delle famiglie bisognose e istituzioni, fare una volta per tutte chiarezza sull'annosa questione delle case sfitte occupate abusivamente, censendo le stesse e intervenendo in maniera graduale, accorta ma decisa, distinguendo tra situazioni di effettivo e urgente bisogno, magari non emerso per ritardi burocratici e quelle di ingiusta prevaricazione. Ed evitando discriminazioni tra famiglie rimaste in silenzio ed altre che hanno ritenuto opportuno tutelare i propri interessi attraverso movimenti di varia natura i quali se hanno il merito di aver posto all'attenzione dell'opinione pubblica situazioni emergenziali che altrimenti sarebbero rimaste sconosciute saranno sicuramente i primi a desiderare che ogni cittadino acceda all'alloggio sociale in base al suo effettivo stato di bisogno.

EMERGENZA SANITARIA PER I PRODOTTI ALIMENTARI: ATTENZIONE ALLA CONTRAFFAZIONE (ANCHE DEI NOSTRI CERVELLI)

Tutti abbiamo seguito il succedersi di notizie inquietanti emerse per l'essenziale opera di controllo svolta dai NAS dei Carabinieri, che non finiremo mai di ringraziare. Ci auguriamo che l'allarme sociale che si sta diffondendo non si spenga magari per il sopraggiungere di eventi di più alta risonanza nell'ambito della cronaca nera ma produca una buona volta dei cambiamenti concreti. Innanzitutto: non è più possibile che dei criminali che avariano e mettono in commercio cibo pericoloso se la cavino con semplici sanzioni amministrative. Occorre che sia la giustizia penale ad occuparsene, con pene severissime e certe nell'esecuzione. E poi, in caso di flagranza, occorre immediatamente che vengano resi pubblici nomi, cognomi, marchi e ditte coinvolte. Solo così nelle aziende private verrebbe elevato ai massimi livelli il sistema dei controlli interni. Ma non basta, perchè altrimenti, come sempre avviene in Italia, sarebbero solo i lavoratori del settore a pagare. Occorre che gli imprenditori che si macchino di comportamenti così gravi abbiano il patrimonio sequestrato e siano espulsi dal settore, non potendosi più occupare da quel momento di settore alimentare. E poi diciamoci la verità: ognuno di noi sa che questo sistema di etichettatura è fallito. Pensare di poter scoprire il pericolo attraverso la lettura dell'etichetta è come immaginare che i criminali vadano in giro auto etichettandosi come tali. E' ovvio che il contenuto , se non a norma, sarà sempre collegato a etichette fasulle, indipendentemente dall'Europa, le cui multinazionali purtroppo hanno nel settore precisi interessi che le stesse sanno ottimamente tutelare. Sul controllo ex post siamo tranquilli. I NAS sanno come intervenire. Ciò che preoccupa è la prevenzione da parte dei consumatori, dei lavoratori e delle imprese oneste. Occorre adottare misure straordinarie come ad esempio, l'illicenziabilità, la protezione e premi in denaro a quei lavoratori che nel processo produttivo vengano a conoscenza di illeciti nella preparazione degli alimenti e abbiano paura a denunciarli. E' inutile parlare di rapporto di fiducia tra chi vende e chi compra. I supermercati hanno una ragion d'essere oggettiva nella efficienza e nella convenienza ma sono delle SpA e quindi impersonali. Il vecchio generi alimentari ormai svolge un ruolo di nicchia, servendo solo chi se lo può permettere, dati i prezzi.E' vero, la crisi economica ha indotto un abbassamento dei consumi a livello bellico e questo provoca una guerra sui prezzi. Ma la soluzione non è quella di demonizzare chi pratica un prezzo più basso (attenzione, sono gli stessi supermercati a farlo, vendendo prodotti con la loro etichetta) ma semmai costringere chi pratica tali prezzi stracciati a oneri informativi maggiori, anche oltre l'etichetta (pensiamo a quanto già fa una nota rete di fast food Usa presente massicciamente in Italia) . Un'altra misura importante sarebbe quella della partecipazione di tutti i consumatori a un opera informativa diffusa e in rete (meglio se organizzata e gestita dagli stessi NAS) su ogni anomalia registrata in sede di acquisto. Quante volte abbiamo acquistato un prodotto apparentemente di marca e sicuro e abbiamo accusato dei disturbi, anche se lievi? Così come si è educato alla raccolta differenziata, abituiamo la gente alla denuncia diffusa di tutto quanto è anomalo, facendo conservare le confezioni sospette. Non illudiamoci. Finchè ci sarà la crisi comunque il consumatore sarà propenso a comprare il cibo a un prezzo minore rischiando.E poi, così come in azienda esiste un responsabile della sicurezza sul lavoro che risponde di quanto accada, esiste, nelle aziende alimentari, una persona fisica , con nome e cognome, responsabile della genuinità degli alimenti e a cui siano dati i poteri di controllo tali da poter svolgere effettivamente il proprio compito?E che sia immediatamente interpellabile dai Carabinieri e dalla Magistratura?
Altro che le sciocchezze relative al comprare solo italiano o a fidarsi dell'etichettatura, della data di scadenza, della provenienza, del luogo di confezionamento o del marchio dop e igp. E' una vergogna che, in una occasione in cui si parla della vita umana, delle aziende o delle associazioni datoriali non trovino di meglio che farsi una pubblicità occulta: un vero e proprio sciacallaggio.
Passando dal piano dei consumi a quello politico, è evidente che molto debba essere rivisto relativamente a quanto i governi fanno a favore del settore agroalimentare e di quello agricolo, di cui ben conosciamo la potenzialità occupazionale e nell'export. Non vorremmo però che una classe imprenditoriale italiana incapace a tenere il passo con il nuovo e desiderosa di non affrontare questioni che attengono alla condizione dei lavoratori, ci trascinasse in una assurda guerra su base europea, facendoci credere che dietro tutti i problemi del settore vi sia solo una volontà di annessione e conquista da parte delle potenze europee del settore e non invece una inadeguatezza e una selezione naturale tra aziende e sistemi paese che nello stesso continente hanno differenti capacità di competere. Lotta alla contraffazione alimentare quindi ma anche allo sfruttamento dei lavoratori italiani e immigrati, ai bassi salari e alla mistificazioni del mondo dell'informazione indotte dal vecchio capitalismo agrario italico e dai suoi servi politici e sindacali.

domenica 3 marzo 2013

RAPPORTO IMPRESE/FAMIGLIE/BANCHE: RISPETTO PER I SUICIDI MA NON ARRENDIAMOCI

Quasi tutti individuano nel rapporto tra banche e imprese il punto di massima tensione in questa lunga fase di crisi finanziaria internazionale e recessione. Chi ha buona memoria però sa che il problema è di lunga data e mai risolto. Soprattutto in Italia possiamo sicuramente individuare un ritardo ancora più grave che altrove. I piccoli imprenditori (e i loro dipendenti, di riflesso) , lo dicono i dati, sono coloro completamente avvinghiati da questo mostro che oggi è rappresentato dal sistema creditizio. Sono crollati i finanziamenti alle aziende e quelle tra loro che ancora non hanno chiuso e riescono a pagare i loro dipendenti addirittura erogano i già magri stipendi a rate. E la stessa vita di molte aziende è messa in discussione da insolvenze e sofferenze. Prima ancora dello tsunami di Grillo è quello dei protesti che sta sommergendo l'Italia. Un taglio senza precedenti dei finanziamenti a medio termine delle imprese e dei finanziamenti alle famiglie, la diminuzione dei mutui, del mercato immobiliare e del settore edilizio (ad opera della maledizione chiamata IMU) nonché del credito al consumo, fa dire agli osservatori che è la poca liquidità il tratto caratterizzante l'attuale situazione. A fronte del dato in controtendenza dell'aumento dei prestiti bancari alla Pubblica Amministrazione (evidentemente più temuta dal sistema bancario) è l'aumento dei tempi di pagamento quello che ha strangolato le imprese. E per di più il disagio è maggiore nelle zone del Paese meno sviluppate economicamente.
Fin qui i comportamenti “macro”. Che tuttavia , nella realtà quotidiana di molti piccoli imprenditori, sfociano in drammi e tragedie. E' da mesi uno stillicidio di morti da usura e anatocismo bancario. E' una tipica guerra impari tra una potenza atomica da una parte (il potere bancario che mette al primo posto il proprio tornaconto e interesse, che conta potenti connivenze nello Stato, nelle istituzioni, nei CdA delle aziende ) e i comuni cittadini, schiacciati come formiche e debolmente tutelati da blande associazioni datoriali che fanno finta di non vedere o si sentono improvvisamente impotenti di fronte a questi attacchi . E intanto muoiono imprenditori, lavoratori, chiudono aziende, famiglie finiscono sul lastrico e, facendo terra bruciata del settore produttivo, si uccidono sul nascere le prospettive di ripresa del nostro Paese. Noi dell'AGL abbiamo scelto di combatterla, invece, questa guerra e di vincerla, stipulando, sin dalla nostra nascita, una convenzione con società che attraverso potenti software sono in grado di individuare con precisione anomalie (anatocismo e usura, illeciti civili e penali) nel comportamento delle banche e a quantificare quanto l'imprenditore potrebbe recuperare, cercando di raggiungere l'obbiettivo attraverso una strategia personalizzata tesa a scongiurare il ricorso a una giustizia ancora troppo lenta e costosa, valorizzando i mezzi di pacifica risoluzione delle controversie tra privati. Per sapere come percorrere questa possibilità, basta consultare le istruzioni e i riferimenti già presenti nei nostri siti e contattarci. Non ci risulta che altri sindacati stiano facendo cose altrettanto concrete. Titoloni quando muore suicida un imprenditore o un lavoratore, quando in una famiglia scoppia una tragedia ma poco o nulla per prevenire tutto ciò. E' triste che in un paese che si dice civile esistano ancora questi diffusi comportamenti di sottomissione da parte di forze sociali, alternative e antagoniste solo a parole, al potere economico. Prima o poi un tale problema potrebbe toccare ognuno di noi. Meglio combattere, prima che sia troppo tardi.